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Naufragio di Cutro, per D’Agostino non ci furono rimpalli nei soccorsi. La mail alle Capitanerie era un riepilogo del modus operandi


CROTONE – «Quanto sin qui riportato si prefigge lo scopo di chiarire come, a conoscenza del sottoscritto, non ci sia mai stata ingerenza politica nelle attività di intervento in mare della Guardia costiera, tantomeno nell’ambito della salvaguardia della vita umana in mare». È quanto scrive il capitano di vascello Gianluca D’Agostino, capo centro operativo nazionale della Guardia costiera, in una relazione di servizio al Comando generale fatta dopo la trasmissione televisiva “Il Cavallo e la Torre” di rai 3. Nel corso della trasmissione era stata presentato come documento inedito la mail dell’allora capo dell’Imrcc di Roma che, il 26 giugno 2022, comunicava alle dipendenti sedi periferiche delle Capitaneria che “a seguito di tavoli tecnici interministeriali, sono state impartite dal livello politico alcune disposizioni tattiche per gli assetti GdF che, di fatto, in parte impongono alcune riflessioni sul nostro modus operandi”.

NAUFRAGIO DI CUTRO, LIVELLO POLITICO

“Livello politico”, era il titolo della trasmissione. La vicenda fece balzare nuovamente all’attenzione delle cronache nazionali le cosiddette “regole di ingaggio” a cui aveva fatto riferimento anche l’ex comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi, uscendo dalla terribile visita al Palamilone trasformato in camera ardente. O c’è la dichiarazione di Sar (cioè di pericolo imminente) o i mezzi della Guardia Costiera non devono uscire. Esattamente quello che accadde nella tragica notte di Steccato di Cutro.

Sul caso era intervenuto anche il contrammiraglio in congedo della guardia costiera Vittorio Alessandro. Questi parlava di “preoccupante revisione, delle attività di soccorso in mare”… Precisando che, a suo avviso, la stranezza della mail consisteva nel fatto che “un livello politico interviene, non si capisce in quale modo, su un’organizzazione del soccorso che è dettata dalla legge e ne modifica gli assetti”. La relazione di servizio di D’Agostino è stata poi trasmessa alla Procura di Crotone che ha fatto approfondimenti, indagando anche sulle regole di ingaggio e interrogando l’alto ufficiale.

LEGGI ANCHE: Strage di Cutro: sei indagati nell’inchiesta sul ritardo dei soccorsi – Il Quotidiano del Sud

NAUFRAGIO DI CUTRO, PER D’AGOSTINO NIENTE PRESSIONI DALLA POLITICA SUI SOCCORSI

Nulla c’entra, dunque, un diverso orientamento del governo sull’immigrazione. Il termine “livello politico”, in una comunicazione rivolta ai colleghi, era utilizzato da D’Agostino, a suo dire, non nel senso di “indicazione tattica di modifica del modus operandi” bensì di “policy dell’azione di polizia in mare scaturente da situazioni contingenti non dipendenti dalla Guardia costiera”. Insomma, «per quanto a conoscenza dello scrivente – afferma D’Agostino – mai nessun politico ha fornito disposizioni o indicazioni. Ovvero fatto qualsivoglia pressione, al fine di modificare l’agire degli operatori del soccorso in mare. E nessun politico ha mai partecipato ai Tavoli tecnici composti esclusivamente da rappresentanti operativi». D’Agostino ha affermato anche che Aloi non poteva fare riferimento alla sua mail, che probabilmente neanche conosceva, in una dichiarazione “forzosamente” (sic!) ottenuta dalla stampa.

NAUFRAGIO DI CUTRO, LA ZONA CONTIGUA

Piuttosto, lui si riferiva a un incontro al Viminale, allora presieduto dalla ministra Luciana Lamorgese, sugli interventi in materia di immigrazione clandestina. Era il 3 giugno 2022 e si discuteva delle operazioni di law enforcement nella fascia di mare tra le 12 e le 24 miglia marine e degli atti formali di polizia sistematicamente annullati dalle Procure per incompetenza territoriale. In relazione a ciò, veniva proposto un arretramento delle unità navali della Guardia di finanza riposizionate tatticamente in modo da poter agire nelle sole 12 miglia, lasciando le rimanenti 12 miglia, la cosiddetta “zona contigua”, dove sarebbe stato fatto comunque monitoraggio a distanza.

Tutto ciò si tradusse in dispositivo al tavolo tecnico del 17 giugno 2022. D’Agostino ribadisce che la questione trattata era “squisitamente” di polizia, tanto più che la materia del soccorso è diretta dal ministero dei Trasporti. Le funzioni primarie della Guardia costiera sono, infatti, di soccorso. Per evitare “confusione operativa” D’Agostino inviò la mail alle sale operative. Ed altro non era che «un riepilogo di come operare nelle diverse zone di mare».

La sua mail «non ha mai creato ostacolo o alcuna criticità alle operazioni in mare della Guardia costiera. Né in precedenza né in relazione ai tragici fatti di Steccato di Cutro… Anzi rendono la Guardia costiera ancor più serena di intervenire in completa autonomia in caso di evento emergenziale o soccorso».

NAUFRAGIO DI CUTRO, D’AGOSTINO: NESSUN RIMPALLO DI COMPETENZE SUI SOCCORSI

Nel caso di Cutro, è la tesi di D’Agostino, «non si è mai trattato di un rimpallo di competenze. In quanto l’evento è stato sempre e solo valutato come attività di law enforcement». L’unico avvistamento avvenne ben oltre le 24 miglia nautiche. D’Agostino aveva già relazionato sul caso Cutro ed è stato anche interrogato dal pm come persona informata sui fatti. Ma è tornato sulla vicenda sostenendo che, anche alla luce della mail, la guardia costiera avrebbe deciso “su autonoma valutazione dell’Imrcc previa dichiarazione di evento Sar”. Perché non accadde?

Perché il caicco Summer Love avvistato da Frontex «appariva nelle immagini come un’imbarcazione da diporto cabinata lunga 20 metri e non come un barcone o motopesca sovraccarico di persone in coperta». Ma anche perché «non ha mai evidenziato palesemente alcuna criticità di navigazione (rotta regolare e assetto stabile) che lasciasse presagire difficoltà o criticità per la sicurezza dell’imbarcazione e delle persone a bordo». E perché «non ha mai mostrato chiara presenza di un numero elevato a bordo (non si è mai visto alcuno in coperta tranne la persona indicata anche nel report di Frontex».

NAUFRAGIO DI CUTRO, RISPOSTA TERMICA

La riposta termica significativa? «Non è un parametro indicativo della presenza umana», secondo il capitano di vascello, e non è giunto allarme alle forze dell’ordine e alle Ong «come accade sempre in ogni evento migratorio». Agli atti dell’inchiesta c’è anche la relazione di servizio del capitano di vascello che osserva che tutto ciò non era comunque «sufficiente a dipanare tutti i dubbi circa la reale tipologia di imbarcazione e la motivazione della sua presenza in quella zona di mare». Rimaneva la possibilità che fosse «dedita a traffici illeciti».

NAUFRAGIO DI CUTRO, TAVOLI TECNICI

Prima di rispondere al pm Festa sulle regole di ingaggio, però, D’Agostino ha precisato che «non sono mai state cambiate all’esito di tavoli tecnici». Quello a cui era ispirata la sua mail, ha chiarito al pm, era del 17 giugno 2022. «Il tavolo tecnico a cui i media hanno fatto riferimento riguardava le attività di polizia in mare e non le operazioni di soccorso. Il tavolo tecnico – ha precisato ancora al magistrato – è un organo di coordinamento che nasce a seguito del DM 2003 al quale la guardia costiera partecipa in quanto di ausilio ad attività di polizia e deputata al soccorso in mare, situazione operativa che può sempre aversi in simili frangenti». Nello scenario lampedusano capita spesso, ad esempio.

A proposito di Accordi tecnici, lo stesso D’Agostino nella sua relazione sulla strage di Cutro richiama quello del 2005, discendente dal Decreto interministeriale del 2003, che in situazioni di pericolo, prevede che l’Autorità Sar possa modificare la valutazione. Evidentemente, gli scambi di informazioni con le altre forze dell’ordine, a cui pur l’ufficiale allude, non sono stati sufficienti a far scattare i soccorsi.

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