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L'imprenditore Giovanni Notarianni

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CUTRO (CROTONE) – Alcuni imprenditori turistici pagavano da 20 anni. I loro familiari pagavano dai 20 anni precedenti. Le famiglie di ‘ndrangheta stanziate a San Leonardo di Cutro, piccolo borgo che s’affaccia su un golfo incantevole, dettavano legge su un vasto tratto di litorale jonico a cavallo fra le province di Crotone e Catanzaro, neutralizzando concorrenza e libero mercato. Il clan sanleonardese è stato colpito a più riprese negli ultimi anni. Ma è con l’operazione Malapianta, condotta dalla Guardia di finanza di Crotone e dalla Dda di Catanzaro nel maggio 2019, che è emerso il racket ultraventennale imposto ai villaggi Serené e Porto Kaleo dal boss Alfonso Mannolo e dai figli Remo e Dante: quest’ultimo, dopo il pentimento, ha contribuito a fare luce sulla spartizione dei complessi turistici vessati.

Informazioni, quelle fornite dal collaboratore di giustizia ai pm, che si saldano a quelle offerte dai titolari di vari impianti turistici. Ed è emerso un progetto estorsivo di vasta portata che riguarda, in modo sistematico, le strutture ricettive situate lungo la fascia jonica da San Leonardo di Cutro a Sellia Marina.

Ma chi ha fatto da apripista è l’imprenditore di Lamezia Terme Giovanni Notarianni, titolare di Porto Kaleo, oggi testimone di giustizia. È stato lui a raccontare, prima agli inquirenti e poi nelle aule giudiziarie, un calvario durato 20 anni. All’indomani delle 33 condanne disposte dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel troncone processuale svoltosi col rito abbreviato, Notarianni vuole dire la sua. «È una vittoria di tutti coloro che per tanti anni – tanto lunghi – hanno lavorato incessantemente e senza sosta per arrivare a questi risultati. È una vittoria di tutti coloro che nello Stato hanno creduto, non hanno mollato, hanno tenuto duro e sono stati capaci di infliggere un colpo terminale alle cosche Grande Aracri di Cutro e Mannolo-Trapasso-Zoffreo-Falcone di San Leonardo di Cutro».

Per il testimone di giustizia, peraltro vicepresidente di Federalberghi, «le accuse confermate di associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, minacce, violenza privata, traffico di stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, violenza privata, associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi in danno al sistema bancario, e le voglio elencare tutte – precisa – perché si capisca quanti sono stati i capi di imputazione, hanno permesso di liberare un pezzo importante e bellissimo della Calabria dal giogo della malavita».

Ma ora inizia una nuova fase, in cui Notarianni vuole testimoniare anche al di fuori delle aule di giustizia. «Adesso che ho la possibilità di vivere un presente – che a lungo in momenti assai bui non avrei mai pensato di poter avere – per la prima volta, dopo tanti anni – ho iniziato a pensare anche al futuro. Il mio, così come quello di un territorio unico. In questo futuro prossimo vorrei sì riappropriarmi della mia vita ma vorrei anche mettere la mia esperienza, così drammatica, così dolorosa, a disposizione degli altri. Come monito, come esempio, come arma. Penso che troppo poco si sia raccontato della ’ndrangheta, che troppo poco si parli del male che fa; così come troppo poco si parla dei testimoni di giustizia e troppo poco di chi – nelle istituzioni – fa fino in fondo il suo lavoro. Adesso è il momento di compiere il passo – successivo e necessario – per far sì che il male non si ripresenti. E questo passo si può compiere solo sostenendo concretamente e definitivamente coloro che hanno lottato, resistito e, infine, vinto. Un’economia sana sul territorio ora liberato è l’antidoto per traghettare una porzione significativa della Calabria nel suo futuro. Siamo arrivati fino a qui, ora proseguiamo».

La prima tappa di questo percorso sarà in una scuola di Crotone. “Testimoniare giustizia, costruire speranza”, è il tema del nuovo seminario del ciclo “Ripensare l’Antimafia” organizzato dal corso universitario di Pedagogia dell’Antimafia attivo presso il Dipartimento di Culture, educazione e società dell’Università della Calabria e dall’istituto Ciliberto di Crotone. L’incontro di Notarianni con gli studenti, che verrà introdotto dal professor Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia dell’antimafia, dal dirigente scolastico Girolamo Arcuri e dalla docente dell’istituto Ciliberto Rossella Frandina, si terrà il prossimo 19 maggio alle ore 10:30 presso la sala polifunzionale della scuola crotonese.

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