Steven Tyler durante la visita degli anni scorsi a Cotronei
4 minuti per la letturaCOTRONEI (CROTONE) – Steven Tyler non ci sta più. È stato snaturato il progetto su Cotronei città del rock, perché non è più quello su cui la rockstar internazionale di origini cotronellare ha apposto la firma. Per questo il cantante ha incaricato l’associazione a lui intitolata di diffidare il Comune di Cotronei e eventuali altri soggetti non autorizzati a «cessare immediatamente ogni abusiva utilizzazione del suo nome e della sua immagine».
La diffida è stata predisposta dall’avvocato Nino Grassi, presidente dell’associazione Steven Tyler e cugino del cantante che ha dato mandato in tal senso dopo essere stato informato dell’«avventato intento di realizzare e dedicare l’opera a suo tributo non nel luogo voluto e prescelto, ma in un luogo diverso e assolutamente non gradito». L’associazione puntava a trasformare il centro silano in una meta di appassionati grazie al bando dei Borghi. Il progetto “Cotronei borgo del rock”, presentato dal Comune per realizzare un museo dedicato alla rockstar di fama mondiale a palazzo Bevilacqua, un immobile nel centro storico, è stato poi approvato dalla Regione Calabria che ha stanziato un contributo di un milione e 300mila euro. Ma l’associazione Steven Tyler è sul piede di guerra perché «con una insensata delibera di consiglio comunale» è stata cambiata l’ubicazione originaria del museo del rock.
I soci ritenevano che il sito ideale della Steven Tyler’s Gallery fosse quell’immobile in via Gria poiché, intorno al 1890, Giovanni Tallarico, nonno del leader degli Aerosmith, diplomatosi in mandolino alla scuola regia di Napoli, sposò la “segretaria”, come era chiamata in paese Fortunata Trocino, una vedova che stava di casa a palazzo Bevilacqua, che il suo marito defunto, ex maresciallo dei carabinieri, le aveva lasciato in eredità. Qui Giovanni Tallarico visse, con la sua sposa, fino al 1896, allorquando, per meglio esprimere il suo talento musicale – il Dna non mente – decise di emigrare in America, dove successivamente si trasferirono anche la moglie e i fratelli Maria Grazia, Francesco e Pasquale. Proprio quest’ultimo dopo qualche tempo si sarebbe rivelato un prodigio del pianoforte e nacquero i Tallarico Brothers, con cui i fratelli originari di Cotronei suonavano in giro per gli States.
Palazzo Bevilacqua, secondo il progetto commissionato dall’associazione Steven Tyler, presieduta non a caso da uno dei discendenti degli avi della rockstar, alla bolognese IA+ srl con project manager l’ingegnere Rosario Miletta, anche lui di Cotronei e pertanto estremamente motivato nel dare un contributo alla sua terra d’origine, doveva divenire, dunque, la sede della Steven Tyler’s Gallery. Il cantante, incontrato da Grassi durante il tour italiano con la sua Lovin Mary band, mise la sua firma sul progetto, condividendolo in toto, tanto che accettò di fornire costumi, strumenti musicali e chicche per i quali i fan degli Aerosmith sparsi in tutto il mondo impazzirebbero.
La giunta comunale presieduta dall’ex sindaco Nicola Belcastro fece suo il progetto e lo trasmise alla Regione ritenendolo adeguato per partecipare al Bando dei borghi. L’obiettivo era trasformare quel palazzo in pietra nel cuore del centro storico cotronellaro in un tempio del rock.
Tra le viuzze del borgo sembrava già risuonare il riff di “Walk this way”, il celeberrimo brano degli Aerosmith di cui Tyler è coautore, quando l’ufficio tecnico comunale ha rimodulato il progetto ritenendo, secondo le spiegazioni fornite all’associazione, che i fondi potessero essere persi perché si temeva che il proprietario di palazzo Bevilacqua richiedesse una cifra esosa e questo rallentasse l’iter. È stata pertanto sottoscritta una nuova convenzione con la Regione. Ma i soci della Steven Tyler non condividono il cambio di sede, che sarebbe da edificare ex novo su corso Vittorio Emanuele, né il fatto che siano stati offerti 120mila euro a un privato per l’acquisizione di un magazzino adiacente. E non riescono a spiegarsi nemmeno perché sia stata interrotta la procedura di esproprio di palazzo Bevilacqua che, in quanto immobile pericolante, costituisce pericolo per la pubblica incolumità.
La nuova amministrazione, è detto nell’atto di diffida inoltrata anche al ministro dei Beni culturali Enrico Franceschini e al governatore della Calabria Roberto Occhiuto, avrebbe pertanto «snaturato la finalità del concesso finanziamento…scartando il progetto originario (finanziato), facendo redigere, a spese dei contribuenti, un nuovo progetto, destinato ad accogliere la costruzione di una nuova opera, per di più, su un’area seminterrata posta ad un metro sotto la sede stradale, priva di qualsiasi interesse storico-culturale e assolutamente non confacente alla statura artistica di un personaggio di fama planetaria». Troppe note stonate, e Tyler è pronto alla battaglia legale.
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