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Agenti della Dia

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I nomi dei destinatari della confisca condannati nel processo Basso Profilo per aver aiutato i boss del Crotonese a creare società cartiere


CATANZARO – “Basso profilo” e beni di valore elevato. Ammonta a 4,8 milioni di euro il patrimonio confiscato dalla Dia di Catanzaro a sei persone condannate in via definitiva per associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio aggravati dall’agevolazione mafiosa.

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CONFISCA BASSO PROFILO, I NOMI

Si tratta di Tommaso Rosa, originario di Roccabernarda ma residente a Sellia Marina, di sua moglie Concetta di Noia, di Sellia Marina, di Vittoria Rosa, di Roccabernarda, Giulio Docimo, di Montalto Uffugo, Eugenia Curcio, di Botricello, Antonio Grillone, di Botricello. Tutti ritenuti colpevoli di aver agevolato esponenti di vertice delle cosche di ‘ndrangheta di Roccabernarda e San Leonardo di Cutro nella creazione di un network di imprese fantasma dedite all’emissione di fatturazione per operazioni inesistenti al fine di evadere l’Iva per importi ingenti e ottenere indebiti rimborsi dall’Erario. I sigilli sono scattati su immobili, veicoli, conti bancari e disponibilità finanziarie.

I RUOLI

Concetta Di Noia, in particolare, era dedita alla predisposizione di fatture false per svariate centinaia di migliaia di euro su indicazione del marito, Tommaso Rosa, oggi collaboratore di giustizia. Questi era il factotum di Antonio Gallo, detto il “Principino”, l’imprenditore di Sellia Marina condannato a 30 anni di reclusione, figura chiave dell’inchiesta che sul finire del 2021 portò all’operazione Basso Profilo. Il ruolo di Rosa consisteva nell’intestarsi società cartiere e individuare dipendenti. Agli inquirenti ha raccontato i suoi rapporti con i boss del Crotonese e i colletti bianchi ritenuti contigui ai clan.

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