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Indagati monitorati durante l'operazione Nemesis

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Il boss di Casabona si compiace della vittoria elettorale mentre fa il conteggio dei voti. Le intercettazioni dell’inchiesta Nemesis


CASABONA – Arriva il fatidico giorno delle elezioni e il presunto capo bastone Francesco Tallarico esprime il suo compiacimento per la vittoria del candidato sostenuto dal clan, il sindaco Francesco Seminario, esponente del Pd, alla guida della lista “Ripartiamo”. Il 4 ottobre 2021 chiede lumi al figlio Daniele su chi abbia vinto, apprende che Seminario ce l’ha fatta e lui chiede “con quanto”. «Con 250/300 voti di più». A quel punto Tallarico si mostra soddisfatto per il risultato raggiunto grazie al suo intervento: «chi li raccoglie di più?». In effetti, 941 voti contro 621, ovvero il 60,2% contro il 39,8% della lista “Il bene in Comune” guidata da Domenico Capria, non era un traguardo di poco conto.

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IL BOSS DI CASABONA SI COMPIACE DELLA VITTORIA ELETTORALE: ANOMALIA NELLA FRAZIONE

Padre e figlio commentavano poi l’ottima affermazione del candidato della frazione Zinga, Anselmo De Giacono, la cui elezione sarebbe stata sostenuta dal presunto affiliato Luigi Gagliardi in cambio di un posto di lavoro. «Glielo hai detto che come ce l’ho messo lo caccio», avrebbe detto con tono tronfio Gagliardi, sottolineando che mai uno di Zinga ha ottenuto più voti di un casabonese. Per questo il procacciatore di voti puntava a un posto nel “volontariato” appena “uscirà” dagli arresti domiciliari cui è sottoposto. «Se ha preso tutti questi voti è grazie a me».

LA RIAPPACIFICAZIONE

L’intenzione del sindaco di affermarsi nella gestione dell’ente comunale con il sostegno determinante della ‘ndrina casabonese raggiungeva l’obiettivo di sbaragliare la concorrenza della lista guidata da Capria. Per far ciò sarebbe stato necessario convincere il capo bastone a far ritirare la candidatura del cognato Salvatore Palmieri, ex vicesindaco, dalla lista di Capria. Una riappacificazione strumentale poiché Seminario e Palmieri avevano interrotto i loro reciproci rapporti da circa dodici anni. Tallarico, con la sua attività imprenditoriale di famiglia, era fortemente interessato a controllare l’attività amministrativa del Comune, che gli avrebbe permesso di mitigare gli effetti sanzionatori delle misure interdittive. La figura di Seminario appariva pertanto più congeniale a ripristinare lo status quo amministrativo che aveva caratterizzato il Comune di Casabona dal 1999 al 2009. Significativa la frase pronunciata da Tallarico, secondo il quale «Seminario sa mediare nel paese…con Mimmo Capria è come se fosse rimasto il commissario».

SISTEMATICHE VIOLAZIONI

Subito dopo il voto si assisterebbe così a «sistematiche violazioni da parte del neo sindaco e dei suoi consiglieri delle fondamentali norme disciplinanti l’attuazione di una equa e onesta gestione della cosa pubblica» osservano gli inquirenti. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Reparto operativo di Crotone e della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Vincenzo Capomolla, che ha coordinato i sostituti Domenico Guarascio, Paolo Sirleo e Pasquale Mandolfino, subito dopo la proclamazione avranno luogo tutta una serie di eventi indicativi di quella messa a disposizione del clan da parte degli amministratori indagati che ha configurato l’ipotesi di voto di scambio politico-mafioso contestata al sindaco, Francesco Seminario, e ai suoi più stretti collaboratori. Dagli appalti alle assunzioni ai favoritismi alla ditta di riferimento del clan.

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