I Diapiri salini
1 minuto per la letturaIl clan di Casabona sgominato con l’operazione Nemesis interessato a lucrare sul geosito che attira studiosi da tutta Europa
CASABONA – I tentacoli del clan si erano allungati, secondo quanto ricostruito nell’ambito dell’operazione Nemesis, anche sui “Diapiri salini” della frazione Zinga di Casabona, un geosito caratterizzato dalla presenza di rocce evaporitiche legate a un evento risalente a cinque, forse sei milioni di anni fa. Di questo parlava con i fratelli, mentre era sottoposto agli arresti domiciliari, il presunto affiliato Luigi Gagliardi, che rivendicava pretese illecite per un presunto sostegno elettorale ad Anselmo De Gaetano, poi divenuto assessore. «Anselmo, fate i bravi, perché poi, lo sai no?» «Se facciamo qualcosa sarai il primo a saperlo».
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Gagliardi avrebbe parlato con l’assessore dell’affare per le possibili ricadute economiche, legate a contributi comunitari e flussi turistici. Dove? Sulle scale del condominio di casa sua. «Danno un sacco di soldi dall’Europa, gli vogliono dare cinque, sei milioni di euro all’associazione per fare tutti i lavori… per fare il sentiero… per arrivarci… per fare un angolo… che uno va a mangiarsi un panino», diceva sempre il bene informato Gagliardi, che in tono sarcastico osservava: «io che posso fare? Un’associazione a delinquere».
Il sito attira studiosi da tutta Europa. E la portata del business, del resto, sembra notevole. « L’altro giorno sono venute persone; non so da dove … non l’hai visto su Rai Uno?». Gagliardi pensava a un chiosco da realizzare all’interno di un “bene culturale europeo”. E voleva fare arrivare al sindaco, Francesco Seminario, la richiesta. Perché dovrà essere “tutto in regola”. La proposta dell’assessore era quella di fare una cooperativa.
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