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Gli inquirenti che hanno condotto l'operazione Tempio di Hera

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La requisitoria nel processo “Tempio di Hera” a Crotone sul traffico di reperti archeologici, chieste 14 condanne ma 5 imputati sono deceduti e per 7 è scattata la prescrizione


CROTONE – Sono 14 le persone nei cui confronti il pm Matteo Staccini ha chiesto la condanna nel processo scaturito dall’inchiesta che nel gennaio 2016 portò all’operazione Tempio di Hera, con cui fu fatta luce su una presunta associazione a delinquere dedita al saccheggio di reperti nell’area archeologica di Capocolonna e in altri siti tra Crotone e Isola capo Rizzuto. Un’organizzazione che si sarebbe occupata anche della commercializzazione dei beni archeologici e che avrebbe avuto al suo vertice un docente di latino e greco in pensione, esperto di numismatica e, in passato, consulente della Procura in virtù delle sue competenze, ma ormai deceduto. Sono in tutto cinque gli imputati per i quali ha il pm ha chiesto il non luogo a procedere per morte del reo. Ma ci sono anche due richieste di assoluzione e sette di prescrizione, essendo in alcuni casi i reati ormai estinti.

TRAFFICO DI REPERTI, LE CONDANNE CHIESTE DALL’ACCUSA

In particolare, il pm ha chiesto 4 anni e 10 mesi per Francesco Arena, 42 anni, Isola Capo Rizzuto. Assoluzione per Annibale Chiaravalloti (70), Crotone; 2 anni e 2 mesi per Pasquale De Tursi (54), Strongoli; 3 anni e 4 mesi per Pasquale Antonio Fabiano (51); 3 anni e 6 mesi per Francesco Salvatore Filoramo (73), Isola Capo Rizzuto; 4 anni e 6 mesi per Luca Filoramo (44), Isola Capo Rizzuto; Pasquale Filoramo (61), Isola Capo Rizzuto; 1 anno e 2 mesi per Yvonne Maria Gallo (72), Crotone; Domenico Godano (34), Crotone; 5 anni e 6 mesi per Vincenzo Godano (35), Isola Capo Rizzuto; 2 anni per Luigi Lacroce (65), Strongoli; assoluzione per Leonardo Lecce (73), Crotone.

E ancora: prescrizione per Ferdinando Marchio (39), Isola Capo Rizzuto; Mario Mascaro (68), Crotone; 3 anni e 8 mesi per Raffaele Monticelli (71); Taranto; prescrizione per Antonio Giuseppe Morrone (38), Isola Capo Rizzuto. Prescrizione per Edoardo Morrone (28), Isola; 2 anni per Filippo Maria Pietropaolo (59), Catanzaro. Prescrizione per Mario Raso (60), Isola Capo Rizzuto; prescrizione per Vittorio Raso (60), Isola Capo Rizzuto. Inoltre, 4 anni e 2 mesi per Salvatore Rocca (39), Isola; Giovanni Santelli (74), Brescello; Carmine Francesco Verterame (62), San Nicola dell’Alto. 3 anni e 8 mesi per Vincenzo Verterame (60), Isola; 2 anni e 4 mesi per Vittoria Villirillo (52), Crotone. Prescrizione per Domenico Viola (46), Crotone; prescrizione per Domenico Viola (88), Isola; 2 anni e 1 mese per Michele Bisceglie (69), Crotone

LE ACCUSE

L’ipotesi associativa è contestata a Francesco Arena, Pasquale Fabiano, Francesco Filoramo, Luca Filoramo, Vincenzo Godano, Raffaele Monticelli, Salvatore Rocca, Carmine Francesco Verterame i quali, «mediante ricerche archeologiche in assenza di concessione, danneggiamento al patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento e ricettazione di beni culturali» avrebbero fatto parte di un «sodalizio strutturato… allo scopo di conseguire illeciti profitti». Il professore ormai deceduto, in virtù di «competenze nel campo archeologico», avrebbe indicato i luoghi in cui eseguire le ricerche illecite. Sarebbe stato «il punto di riferimento tra tutti gli associati per la vendita e l’intermediazione dei reperti illecitamente trafugati».

Rocca e Godano sarebbero stati «coordinatori» delle attività dell’associazione a delinquere per le «competenze acquisite nel tempo grazie alle assidue ricerche clandestine». Arena sarebbe stato un finanziatore e si sarebbe interessato dei rapporti con le case d’asta. Fabiano, Francesco e Luca Filoramo e Verterame avrebbero materialmente eseguito scavi clandestini col ruolo di “tombaroli”. Monticelli si sarebbe occupato della vendita dei reperti di maggiore pregio anche all’estero.

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LEGAMI CON I CLAN

Vale la pena soffermarsi sulla figura di Francesco Arena, membro dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto il cui interesse per i traffici di reperti era emerso anche dall’inchiesta che nel maggio 2017 portò all’operazione interforze Jonny, con cui la Dda di Catanzaro inflisse un duro colpo al clan.

La difesa avrà tre udienze a disposizione. Interverranno gli avvocati Natale De Meco, Salvatore Iannotta, Francesco Laratta, Pasquale Le Pera, Mario Nigro, Luigi Macrillò, Luigi Morrone, Mario Prato.

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