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Il Palazzo di giustizia di Crotone

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Il gip di Crotone dispone l’archiviazione per un giovane e per 4 medici in relazione alla morte della fidanzata che non avvenne per sesso estremo e per ritardi nei soccorsi


CROTONE – Quella ragazza non morì per una pratica sessuale estrema. Mancavano segni di strozzamento, strangolamento e soffocamento sul suo corpo. Piuttosto, si è trattato di morte naturale dovuta a uno scompenso cardio-respiratorio riconducibile a una pregressa patologia della vittima, sia pure non grave. Finisce l’incubo per il suo ex fidanzato, iscritto nel registro degli indagati per omicidio, e per quattro medici dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, indagati, invece, per omicidio colposo per presunti ritardi nei soccorsi. La gip Elisa Marchetto ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta nei confronti dei cinque accogliendo la richiesta del pm. Richiesta alla quale si erano opposti i familiari della vittima, dalla cui denuncia era partito il procedimento penale.

MORTE DELLA FIDANZATA DOPO DEL SESSO ESTREMO: L’AUTOPSIA

La procura iscrisse i cinque nel registro degli indagati in seguito all’autopsia eseguita sul corpo della vittima, morta in ospedale. La giovane fu portata lì, nell’aprile 2021, in seguito all’allarme del fidanzato con il quale aveva trascorso tre giorni insieme in un agriturismo nell’hinterland del Crotonese. Il ragazzo raccontò di essere stato svegliato dai sospiri della ragazza. Dopo averne constatato lo stato di incoscienza chiamò il 118 che la trasportò in ospedale. Dall’autopsia, eseguita dal medico legale Isabella Aquila, emerse che a causare una fibrillazione ventricolare sarebbe stata una “forza esogena messa in atto da terzi che agiva sulla regione del collo per un arco di tempo sufficiente a causare l’insulto ipossico”, ovvero la morte cerebrale.

LA CONSULENZA

Un’ipotesi smentita dal consulente della Procura Antonio Grande, in servizio presso la polizia scientifica di Roma. Per il quale il verificarsi di un omicidio appare una suggestione “estremamente articolata e di difficile costruzione”. Il dottor Grande esclude l’ipotesi di soffocamento tanto più che mancano lesioni da opposizione sulle mani, in particolare al livello delle unghie, peraltro lunghe e smaltate.

 Inoltre, un’asfissia meccanica basata su piccole ecchimosi sarebbe “difficilmente sostenibile”. Preesistenti patologie cardiache polmonari, invece, potrebbero essere state sufficienti a scatenare “un disturbo del ritmo”. La gip evidenzia, accogliendo sempre la tesi del pm, che fu il fidanzato a dare l’allarme. Correndo il rischio di venire denunciato per una presunta – più che mai – condotta violenta qualora lei avesse riacquistato la coscienza.

L’ELISOCCORSO

Secondo il medico legale che eseguì l’autopsia, la morte della giovane poteva essere evitata se gli interventi dei sanitari fossero stati corretti e tempestivi. Ma, ad avviso della gip, la mancata disponibilità dell’elisoccorso e il tempo necessario per raggiungere l’agriturismo in collina non consentono di ritenere provato il nesso di causalità tra la presunta omissione e l’evento morte.  Insomma, si tratta di morte naturale dovuta alle condizioni patologiche della ragazza.

Le conclusioni a cui sono giunti sia la giudice che l’ufficio di Procura sono analoghe alla tesi sostenuta dai difensori.  I medici, in particolare, erano difesi dagli avvocati Aldo Truncè, Domenico Oliverio, Angela Candeliere, Antonio Gentile.

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Antonio Anastasi

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