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L'aggancio via radar

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Naufragio di Cutro, le telecamere termiche erano in avaria. Il caicco Summer Love monitorato via radar per 38 minuti. Poi, il buio


CROTONE – Le telecamere termiche del monitoraggio costiero erano «in avaria». Ma «dopo ore di perlustrazioni, battute radar e spazzate azimutali», con riferimento al sistema di coordinate polari in cui ogni punto è identificato da un angolo, l’attenzione del finanziere Agostino Caviglia viene catturata da un «target che navigava presso l’area marina prospicente la località “Le Castella” di Isola Capo Rizzuto, alle coordinate aventi Lat. 38° 52’ N e Long. 016° 58». Per 38 minuti il “target” viene monitorato via radar, poi si perde il segnale. Poi, lo schianto. Ci sono anche le relazioni di servizio dei radaristi del Roan (Reparto operativo aeronavale) della guardia di finanza di Vibo Valentia tra gli atti acquisiti dai carabinieri che, su delega della Procura di Crotone, hanno indagato sul naufragio di Steccato di Cutro in cui sono morti un centinaio di migranti.

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Durante il passaggio di consegne, il finanziere che entra in servizio nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 apprende dal collega smontante che l’obiettivo segnalato la sera prima dall’assetto Frontex doveva essere monitorato. Il finanziere inserisce le coordinate nel sistema “C41” al fine di individuare il caicco con a bordo i migranti che, in base alle informazioni, doveva trovarsi a circa 40 miglia nautiche da Le Castella. Successivamente il finanziere viene avvisato dall’ufficiale in comando tattico di veicolare le informazioni alla motovedetta V.5006 già in navigazione e in attesa che il target entrasse nelle acque nazionali per un’operazione di law enforcement. Bisognava informare anche la Capitaneria di porto, queste le disposizioni.

NAUFRAGIO CUTRO, IL RADAR VA IN AVARIA, 38 MINUTI DI MONITORAGGIO POI IL BUIO

Viene informato anche il Gan (Gruppo aeronavale) di Taranto che è in attesa di autorizzazione per predisporre l’uscita del pattugliatore Barbarisi dal porto di Crotone. La motovedetta alle 3.20 inverte la rotta per le avverse condizioni meteorologiche, così come farà anche il Barbarisi alle 3.33. La Capitaneria di porto di Reggio Calabria, dal canto suo, informava alle 3.40 la guardia di finanza di non aver mezzi in mare. Poiché il natante navigava «autonomamente» e non vi era «certezza di presenza di migranti a bordo» né «erano pervenute richieste di soccorso».

A un certo punto qualcosa lampeggia sul radar. Le strette maglie dei controlli anti immigrazione sono state bucate. L’ufficiale ordina di avvisare finanza, polizia e carabinieri per interventi via terra. Dalla postazione del radar costiero di Campolongo di Isola Capo Rizzuto il primo aggancio a monitor avviene alle ore 03:34 del 26 febbraio, a una distanza dalla costa di 6,329 km e di 13,519 km dalla foce del torrente “Tacina” dove avverrà il naufragio. Sono 38, lunghissimi minuti di monitoraggio. Poi, il buio.

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