Il luogo dell'aggressione
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Pestaggio a Crotone di Davide Ferrerio, pena quasi dimezzata in Appello per Nicolò Passalacqua. Si passa da poco più di 20 anni a poco meno di 13, l’indignazione della madre di Davide Giuseppina Orlando
CROTONE – Da 20 anni e 4 mesi di reclusione a 12 anni e 8 mesi. La Corte d’Appello di Catanzaro ha rideterminato significativamente, quasi dimezzandola, la condanna per Nicolò Passalacqua, il 24enne imputato del tentato omicidio, aggravato dai motivi futili e abietti, del ventenne bolognese Davide Ferrerio, ridotto in fin di vita dopo l’aggressione subita nell’agosto 2022 a Crotone a causa di un clamoroso errore di persona.
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Al vaglio dei giudici d’appello è caduta l’aggravante della minorata difesa. Resta in piedi l’accusa di tentato omicidio, riqualificata, invece, in lesioni gravissime dal Tribunale penale di Crotone nel filone processuale del rito ordinario. Restano in piedi anche in Appello la condanna al risarcimento di un milione e 305mila euro in favore di Davide e le provvisionali immediatamente esecutive di 200mila euro ciascuno in favore dei suoi familiari, più la condanna al risarcimento del danno morale da quantificare in separata sede. La pg Raffaela Sforza aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Richiesta a cui si erano associate le parti civili, rappresentate dagli avvocati Fabrizio Gallo e Gabriele Bordoni.
PESTAGGIO DAVIDE FERRERIO, IN APPELLO IL DIFENSORE DI BEVILACQUA HA SOLLECITO LA DERUBRICAZIONE A LESIONI GRAVI
L’avvocato Salvatore Iannone, difensore di Passalacqua, aveva chiesto una pena congrua ma sollecitando la derubricazione da tentato omicidio a lesioni gravi, negando che sia mai stato utilizzato un tirapugni e riconducendo i traumi riportati dalla vittima al fatto che sia caduto battendo la testa sul marciapiedi. Il difensore ha fatto leva sulla sentenza del Tribunale penale di Crotone (non ancora motivata) che ha condannato a 8 anni di reclusione la presunta istigatrice della spedizione punitiva (e ha assolto coimputato rumeno Andrej Gaju) riqualificando l’originaria imputazione di tentato omicidio in lesioni gravissime.
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L’avvocato Iannone ha ricondotto buona parte del suo ragionamento alle conclusioni a cui è giunto il professor Francesco Introna, il consulente nominato dal presidente del Tribunale pitagorico, che ha sostenuto che grazie a un video “migliorato” si può desumere che la vittima non fu colpita con due pugni, come si riteneva prima, di cui uno al cranio, ma soltanto con uno sferrato alla regione frontale, e che sarebbe stato l’impatto col cranio al suolo ad essere letale a causa della fragilità ossea di Davide, affetto da osteogenesi imperfetta, una patologia rara. La stessa consulenza è stata versata nel processo d’appello.
L’ARRESTO DI PASSALACQUA GRAZIE ALLE RIPRESE DI VIDEO SORVEGLIANZA
Passalacqua era stato arrestato all’indomani del raid essendo stato immortalato dagli impianti della videosorveglianza installati nei pressi del luogo dell’aggressione, compiuta nelle immediate vicinanze del Palazzo di giustizia. Il giovane è accusato anche del porto illegale del “tirapugni” di colore rosso, un’arma impropria. Proprio il corpo contundente potrebbe avere determinato conseguenze devastanti poiché il povero Davide è ancora in coma, in stato vegetativo, per i gravi traumi subiti.
SENTENZA DI APPELLO PER PASSALACQUA L’INDIGNAZIONE DELLA MADRE DI DAVIDE FERRERIO
«Sono indignata e disgustata – ha detto al Quotidiano Giuseppina Orlando, la mamma di Davide –. Mi sarei aspettata la conferma della sentenza di primo grado o comunque una condanna severa. Invece per questi giudici la vita di mio figlio, che ha un valore inestimabile, vale 12 anni e 8 mesi».
LA POSIZIONE DI ALESSANDRO CURTO
Con un altro provvedimento, la Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato il proscioglimento del misterioso corteggiatore. Si tratta del 35enne di Petilia Policastro Alessandro Curto, scagionato dall’accusa di concorso anomalo in tentato omicidio. Curto era finito nei guai perché, chattando con la ragazza minorenne all’epoca dei fatti, ritenuta insieme alla madre istigatrice dell’agguato, riferì falsamente di indossare una maglia bianca, indirizzando la spedizione punitiva verso l’ignara vittima. Accolta la tesi del difensore di Curto, l’avvocato Renzo Cavarretta, che ha rilevato che il suo assistito non aveva visto né Passalacqua né Ferrerio e che non immaginava cosa sarebbe accadut
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