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ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE) – Tre condanne pesanti per narcotraffico nel processo col rito ordinario scaturito dall’inchiesta che nel febbraio 2021 portò all’operazione “Golgota”: il Tribunale penale di Crotone ha inflitto 28 anni di reclusione ad Antonio Astorino (50), 10 anni ad Antonio Scerbo (47) e 9 a Tommaso Mercurio (59), tutti di Isola Capo Rizzuto. Il collegio presieduto da Michele Ciociola ha sostanzialmente accolto le richieste del pm antimafia Paolo Sirleo. L’inchiesta, già sfociata in pene per oltre quattro secoli nel troncone del rito abbreviato, avrebbe fatto luce su fiumi di droga che scorrevano nel territorio della provincia di Crotone e lungo la fascia jonica catanzarese dopo che due gruppi mafiosi, già colpiti con le operazioni “Tisifone” a Isola Capo Rizzuto, e “Malapianta” a San Leonardo di Cutro, avevano dato vita a un traffico di stupefacenti «in forma organizzata».
Il nome in codice “Golgota” per l’operazione della Squadra Mobile di Crotone e della Dda di Catanzaro, con riferimento al monte della Crocifissione, si spiega perché dalla collinetta della frazione costiera di Cutro si affaccia un Cristo con le braccia protese verso un golfo incantevole, sotto il cui sguardo si è materializzata una serie impressionante di traffico di armi e stupefacenti.
Astorino, in particolare, sarebbe stato al vertice di una delle tre associazioni a delinquere finalizzate al narcotraffico sgominate con l’operazione e nelle condanne. E, a quanto pare, progettava traffici dal Sudamerica poiché, secondo quanto emerge da una conversazione intercettata, aveva una persona di fiducia a bordo di una nave che avrebbe potuto abbandonare la droga in acque europee, da dove sarebbe stata poi recuperata e fatta arrivare a Barcellona.
Gli imputati erano difesi dagli avvocati Francesca Buonopane, Anna Marziano e Mario Prato che sostenevano l’insussistenza dell’organizzazione dedita al narcotraffico.
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