Il resti del barcone naufragato a Cutro
2 minuti per la letturaCROTONE – È sostanzialmente una confessione quella del siriano Mohamed Abdessalem, di 27 anni, forse uno degli organizzatori della tragica traversata terminata con un naufragio a Steccato di Cutro, dove, nel febbraio 2023, sono morti 100 migranti: l’imputato ha depositato dichiarazioni spontanee con cui ammette le sue responsabilità da scafista. Abdessalem, assistito dall’avvocata Vincenza Raganato, dice di essere scappato dalla Siria e di aver raggiunto la Turchia per sottrarsi alla leva militare in un contesto in cui si verificano omicidi, torture e violazioni dei diritti umani. L’imputato , che ha scelto il rito abbreviato, ammette di aver preso parte a questo e altri viaggi della speranza per motivi economici, al fine di aiutare la sua famiglia che vive in condizioni di miseria. La gup Assunta Palumbo ha nominato un interprete al fine di verificare la corrispondenza del documento a quanto da lui effettivamente dichiarato.
L’uomo, si ricorderà, era stato arrestato nel dicembre scorso con le accuse di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato dopo essere stato riconosciuto da alcuni dei migranti sopravvissuti al massacro, grazie alle immagini estrapolate da telefoni cellulari. Quell’uomo in cabina, seduto nella plancia di comando col viso rivolto verso il basso, era lo stesso effigiato nei cartellini di riconoscimento mostrati dagli inquirenti. Non risultava né tra i sopravvissuti né tra le vittime del naufragio perché era al timone, stando ad almeno sette testimonianze. Il resto è arrivato dalla collaborazione di un detenuto del carcere di Lecce, dove Abdessalem si trovava perché accusato di far parte di un’organizzazione dedita al traffico di migranti smantellata con l’operazione Astrolabio. Là gli è stato notificato il provvedimento restrittivo.
L’uomo ha riferito agli inquirenti che uno degli scafisti, di nazionalità siriana, era riuscito a scappare in Germania dopo il naufragio di Cutro ed era stato poi arrestato in Germania per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e quindi estradato e ristretto proprio in quel penitenziario. Coincideva tutto, perché Abdessalem era stato consegnato il 5 aprile alle autorità italiane presso l’aeroporto di Fiumicino. Coincidevano anche le immagini. E coincidevano le dichiarazioni dei superstiti, sentiti a marzo e risentiti a ottobre dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura.
La requisitoria del pm Pasquale Festa, che aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato, è fissata per il 27 giugno prossimo. Un altro presunto scafista della strage di Cutro che era fuggito all’estero è quello che fu individuato in Austria: si tratta di Gun Ufuk, già condannato a 20 anni col rito abbreviato. Ufuk e Abdessalem si aggiungono ad altri tre fermati nell’immediatezza: il turco, Sami Fuat, ritenuto il capitano, e due facilitatori pakistani, Khalid Arslan, e Ishaq Hassnan (dichiaratosi inizialmente minorenne ma poi smascherato), per i quali pende il processo col rito ordinario.
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