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CROTONE – «Per Davide stiamo valutando un’”operazione Cucchi”». La chiama così, l’avvocato Fabrizio Gallo, uno dei legali di parte civile nel processo sulla spedizione punitiva nei confronti di Davide Ferrerio, il ventenne bolognese ancora in gravissime condizioni dopo il brutale pestaggio compiuto l’11 agosto 2022 a Crotone per un clamoroso errore di persona

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Il riferimento è al caso dell’omicidio di Stefano Cucchi che ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica in seguito alla pubblicazione delle foto dell’autopsia, poi riprese da agenzie di stampa, giornali e telegiornali italiani: i legali dei genitori di Davide potrebbero diffondere immagini che documentano le condizioni in cui versa il ragazzo dopo l’aggressione. La decisione è maturata all’indomani della sentenza con cui il Tribunale penale di Crotone ha condannato a otto anni di reclusione la presunta istigatrice del raid dopo aver riqualificato l’accusa da concorso anomalo in tentato omicidio a concorso in lesioni gravissime e ha assolto il coimputato rumeno Andrej Gaju (LEGGI LA NOTIZIA).

Non ci stanno i genitori di Davide, anche per il conflitto tra giudicati. Nel parallelo processo col rito abbreviato, l’aggressore Nicolò Passalacqua, immortalato dagli impianti di videosorveglianza e arrestato quasi nell’immediatezza dei fatti, è stato condannato col rito abbreviato a 20 anni e 4 mesi di reclusione per tentato omicidio. In Appello la pg Marisa Manzini ha già chiesto la conferma della sentenza di primo grado. «La sentenza si commenta da sola, la vita di un ragazzo è stata buttata via ma la pena per questa donna è di otto anni e le sono state pure concesse le attenuanti generiche, che non meritava – dice Giusy Orlando, la mamma di Davide – Provo disgusto, rabbia, amarezza nel rientrare a Bologna da Crotone, dove portavo Davide da piccino al mare perché le mie origini sono là». La decisione del Tribunale collegiale si basa sulla perizia del professor Francesco Introna, che è stata versata anche in Appello. Ed è proprio questa perizia che la parte civile contesta. «Introna non è un neurochirurgo, non ha mai visto Davide».

Il perito nominato dal presidente del Tribunale penale, Edoardo d’Ambrosio, ha sostenuto che grazie a un video “migliorato” si può desumere che la vittima non fu colpita con due pugni, di cui uno al cranio, come si riteneva, ma soltanto con uno sferrato alla regione frontale, e che sarebbe stato l’impatto col cranio al suolo ad essere letale a causa della fragilità ossea della vittima per una osteogenesi imperfetta. «Questa sentenza – aggiunge l’avvocato Gallo – non tiene conto delle conclusioni del perito di parte civile». Il neurochirurgo Carmelo Sturiale, primario dell’ospedale in cui Davide è ricoverato in coma vegetativo, collegato in videoconferenza da Bologna, ha spiegato, nel corso di un’udienza del processo, che non è la frattura cranica il vero problema ma lo scuotimento del cervello che ha causato la rottura della vena porta e quindi l’emorragia cerebrale in seguito alla quale il ragazzo versa in gravissime condizioni. Sturiale ha aggiunto che Davide era guarito dall’osteogenesi. Da qui la decisione, che potrebbe presto maturare, di rendere note le immagini di Davide oggi.

«Passalacqua ha colpito al cranio per uccidere ed era consapevole delle conseguenze della sua scellerata azione», dice ancora la mamma di Davide. Ma questo è anche quanto emerge dalla sentenza del gup Elvezia Cordasco. «Nello stesso Tribunale, due giudici la pensano in maniera diversa sugli stessi fatti», dice ancora l’avvocato Gallo, per il quale non sono ammissibili due scuole di pensiero sulla vicenda perché fu un tentato omicidio e non un episodio di lesioni, come sostiene anche il pm Pasquale Festa che per la donna aveva chiesto dodici anni. Ecco perché potrebbe scattare per il caso di Davide quella che l’avvocato Gallo chiama “operazione Cucchi”.

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