3 minuti per la lettura
CROTONE – Otto condanne e sei assoluzioni sono le richieste del pm antimafia Paolo Sirleo nei confronti degli imputati che hanno scelto il rito ordinario nell’ambito del procedinento che avrebbe svelato l’ombra dei clan di ‘ndrangheta del Crotonese sulle aste di immobili pignorati che dovevano necessariamente tornare ai proprietari o essere aggiudicati a prestanome per sfuggire a eventuali sequestri. L’inchiesta, che già aveva portato all’operazione Turos con cui fu stroncato un vasto giro di usura nella zona di confine tra le provincie di Crotone e Catanzaro, si è ampliata col coinvolgimento di avvocati e pubblici ufficiali ma anche di presunti esponenti dei clan. Tra le accuse anche quella di esercizio abusivo dell’attività creditizia in relazione all’apertura di una finanziaria senza che alcuni degli imputati fossero muniti di regolare iscrizione. Ma ci sono anche ipotesi di trasferimento fraudolento di beni, turbativa d’asta e riciclaggio con l’aggravante mafiosa ruotanti attorno a procedure esecutive immobiliari pendenti innanzi al Tribunale di Crotone.
Coinvolti, tra gli altri, l’avvocatessa catanzarese Palma Spina (la cui posizione è stata già archiviata nell’ambito dell’inchiesta Genesi), nei cui confronti è stata chiesta la condanna a sei anni di reclusione, e l’avvocato crotonese delegato alla vendita, Gerardo Padula, per il quale il pm sollecita 4 anni. Una delle vicende chiave vede l’imputato Francesco Rondinelli, per il quale sono stati chiesti sei anni, interessato alla procedura relativa ad alcuni fabbricati a Isola Capo Rizzuto. Per eludere misure di prevenzione derivanti da un’indagine su episodi di usura e dal legame con la famiglia Turrà, ritenuta contigua alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro, Rondinelli si sarebbe rivolto a Cesare Curatola, catanzarese anche lui, per il quale il pm chiede 4 anni, perché nominasse l’avvocatessa la quale, consapevole dell’operazione, avrebbe avanzato istanza di ammissione alla vendita all’incanto consentendo l’aggiudicazione alle aste dell’immobile in modo che non figurasse lo stesso Rondinelli. Sotto la lente anche la procedura esecutiva del complesso immobiliare Park Hotel all’interno del villaggio Stunio di Isola Capo Rizzuto. Di turbativa d’asta aggravata risponde con l’avvocato Padula anche Giuseppe Giordano, amministratore unico di Promatur di cui era socio insieme a una figlia di Giuseppe Verterame, ritenuto contiguo alla cosca Arena, il quale avrebbe minacciato con metodo mafioso una persona interessata al cespite durante un sopralluogo. L’aggiudicazione avvenne a un prezzo di gran lunga inferiore a quello stimato da una perizia.
Per Giordano sono stati chiesti tre anni e per Verterame quattro. E ancora, Francesco Falcone, imparentato col clan Mannolo di San Leonardo di Cutro, insieme al genero Rosario Caracciolo e al solito avvocato Padula è accusato di turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa poiché, durante un sopralluogo col delegato alla vendita che non segnalò nulla alle autorità, avrebbe fatto allontanare un offerente per un altro immobile pignorato. L’uomo venne addirittura circondato da quattro persone. L’immobile che era stato tolto a Falcone è ubicato a San Leonardo di Cutro. La Dda chiede tre anni per Falcone.
Altro immobile pignorato che, secondo l’accusa, doveva necessariamente tornare ai proprietari è quello per cui Rocco Devona, esponente apicale della cosca di ‘ndrangheta Megna di Crotone, prestò alle teste di legno, o presunte tali, il denaro occorrente per l’aggiudicazione alle aste. Questo capo d’accusa è però crollato nel filone processuale del rito abbreviato e Devona è stato assolto. Il pm chiede l’assoluzione per quanti rispondevano dello stesso episodio nel rito ordinario. Rispuntano gli infedeli, o presunti tali. Con l’avvocatessa Spina era imputato, per accesso abusivo a sistema telematico protetto da misure di sicurezza, anche l’agente Antonio Lia, in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, condannato nel troncone processuale svoltosi col rito abbreviato a 1 anno e 4 mesi. Furono in tutto otto le condanne inflitte col rito abbreviato nel dicembre 2022.
Ma ecco l’elenco completo delle richieste del pm. Alessandra Auditore (46 anni), di Crotone: assoluzione; Giancarlo Caterisano (34), di Isola Capo Rizzuto: assoluzione; Francesco Correale (50), di Crotone: assoluzione; Gaetano Correale (25), di Crotone: assoluzione; Cesare Curatola (79), di Catanzaro: 4 anni; Francesco Falcone (74), di Cutro: 3 anni; Giuseppe Gigliarano (39), di Conegliano Veneto: assoluzione; Rocco Gigliarano (34), di Isola Capo Rizzuto: assoluzione; Giuseppe Giordano (66), di Crotone: 3 anni; Gerardo Padula (70), di Crotone: 4 anni; Antonio Provenzano (67), di Isola Capo Rizzuto: 3 anni; Francesco Rondinelli (54), di Isola Capo Rizzuto: 6 anni; Palma Spina (48), di Catanzaro: 6 anni; Giuseppe Verterame (75), di Isola Capo Rizzuto: 4 anni.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA