Gianluca Bruno
3 minuti per la letturaRinviato a giudizio l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Gianluca Bruno, accusato di contiguità alla cosca Arena. Coinvolti anche un funzionario prefettizio e l’ex governatore della Misericordia
ISOLA CAPO RIZZUTO – Il gup distrettuale di Catanzaro Arianna Roccia ha disposto il rinvio a giudizio, per concorso esterno in associazione mafiosa, nei confronti dell’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno. La sindacatura di Bruno terminò nel 2017 con lo scioglimento del Comune isolitano per infiltrazioni ‘ndranghetiste.
La Dda di Catanzaro gli contesta di essersi messo “a disposizione” di alcuni imprenditori vicini alla cosca Arena, i cugini Antonio e Fernando Poerio, e dell’ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e vice di quella nazionale, Leonardo Sacco, consentendo a «membri di vertice del sodalizio di acquisire lotti immobiliari a Isola Capo Rizzuto ponendosi quale figura di riferimento istituzionale capace di interloquire con diversi enti (Provincia e istituzioni governative)». Ciò «al fine di garantire alla Misericordia e ai suoi fornitori il controllo degli appalti serventi il Cara e il recupero dei crediti ivi afferenti».
Il processo per Bruno si farà il prossimo 10 maggio davanti al Tribunale penale di Crotone. La sua posizione sarà riunita a quelle dello stesso Sacco e del funzionario della Prefettura di Crotone Carmelo Giordano, già rinviati a giudizio per una presunta tangente da 10mila euro.
Approda, dunque, in Tribunale il filone “politico” di un’inchiesta, condotta dal pm Antimafia Domenico Guarascio, che avrebbe fatto luce sui tentacoli della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto sul business dei migranti, ruotante attorno al centro d’accoglienza S. Anna, gestito all’epoca dei fatti dalla Misericordia. Sacco, infatti, è la figura chiave del maxi processo Jonny. Condannato, anche in Appello, per associazione mafiosa e altro, anche se con riferimento al suo ruolo apicale nel clan si dovrà celebrare un processo d’appello bis.
Il filone politico dell’inchiesta si intreccia peraltro con quello dell’usura ed è alimentato dalle dichiarazioni rese dall’ex presidente del consiglio comunale isolitano Antonio Frustaglia, che riferì agli inquirenti di presunte ingerenze dell’ex sindaco. Uno dei numerosi immobili venduti dai familiari di Frustaglia, vittime di usura appunto, fu oggetto di una variante al Prg votata in Consiglio per il cambio di destinazione ad uso mensa; sul lotto di terreno con annesso capannone aveva sede la principale azienda servente il catering per il Cara S. Anna, struttura per migranti, tra le più grandi d’Europa.
Giordano, invece, risponde di corruzione con l’aggravante mafiosa poiché quale pubblico ufficiale, e precisamente nella veste di ragioniere in servizio presso la Prefettura di Crotone, avrebbe ricevuto 10mila euro da Sacco. Quest’ultimo è accusato di essere stato il corruttore poiché, a suon di tangenti, avrebbe chiesto di omettere controlli sul subappalto da parte della Misericordia in favore di imprese terze del servizio di mensa per gli ospiti della struttura.
Le imprese di ristorazione subappaltatrici, succedutesi nel tempo, erano “La Vecchia locanda” di Antonio Poerio, “Catering La vecchia locanda” di Stefania Muraca, “Catering La Vecchia locanda srl”, “Quadrifoglio snc” di Pasquale Poerio &co, la “Quadrifoglio srl” imprese, secondo l’accusa, gestite di fatto da Angelo Muraca e dalla figlia Stefania, da Antonio Poerio e dalla moglie Maria Lanatà, da Fernando Poerio e dalla moglie Aurora Cozza (imputati già condannati nel processo Jonny).
Giordano avrebbe così consentito alla Misericordia di liquidare in modo incontrollato e non tracciato le imprese impedendo alla Prefettura di verificare l’effettività delle forniture. Ipotesi d’accusa che vanno lette in raccordo con le varie sentenze Jonny con cui, oltre che condanne per svariati secoli di reclusione, furono inflitte bacchettate al sistema dei controlli (leggasi: Prefettura di Crotone). Bruno difeso dall’avvocato Luigi Villirilli, Sacco dall’avvocato Francesco Verri, Giordano dall’avvocato Panuccio.
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