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L’udienza svoltasi davanti al Tribunale penale di Crotone

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Governo e Regione ammessi come parte civile contro gli scafisti ma Consap e Sara assicurazioni escluse da responsabilità civili nella strage di Cutro

CROTONE – Il Tribunale penale di Crotone ha escluso Consap e Sara Assicurazioni da responsabilità civili per il naufragio sfociato nella strage di Cutro nel processo a carico di tre presunti scafisti. Il collegio presieduto da Edoardo D’Ambrosio ha accolto la nuova richiesta di estromissione dal processo avanzata dal professor avvocato Franco Coppi, che ieri è subentrato nella difesa della concessionaria pubblica di servizi assicurativi e dell’impresa designata allo studio legale di Giulia Bongiorno, attuale presidente della Commissione Giustizia del Senato, travolta da critiche delle opposizioni per aver assunto il mandato della società interamente partecipata dal Mef, essendo leghista come il ministro Giorgetti.

La questione sollevata dall’avvocato Coppi, e illustrata in aula dal suo delegato, l’avvocato Filippo Santarelli, ha assunto «carattere assorbente», rispetto a quelle precedentemente poste, in quanto Consap non ha partecipato all’incidente probatorio, e quindi alla raccolta degli elementi di prova suscettibili di recare pregiudizio alla sua difesa. «La ratio alla base della disciplina dell’esclusione del responsabile civile nel processo penale laddove questi non abbia preso parte all’espletamento di attività probatoria potenzialmente lesiva – spiega il Tribunale nella sua ordinanza – deve ravvisarsi nell’eventuale vulnus del diritto di difesa».

CONSAP ESCLUSA DALLA RESPONSABILITÀ CIVILE NELLA STRAGE DI CUTRO, POSSIBILE SOLO IL RICORSO ALLE CAUSE CIVILI

Scongiurato il precedente che sarebbe risultato oneroso per le casse dello Stato, resta comunque aperta la via per i risarcimenti in sede civile. «L’esclusione del responsabile civile – è detto ancora nell’ordinanza del Tribunale – non pregiudica l’esercizio in sede civile per la restituzione o il risarcimento del danno». Alla seconda richiesta di estromissione si erano opposti gli avvocati di parte civile Francesco Verri e Barbara Ventura, che assistono familiari di vittime e superstiti. Il primo, rilevando che nella lista testi del pm ci sono anche i migranti sentiti nell’incidente probatorio e che l’attività sarà ripetuta.

La seconda, affermando che non sussiste lesione del diritto di difesa perché è in dibattimento che si forma la prova. «Il Tribunale non si è espresso nel merito della fondatezza della chiamata in garanzia del Fondo e quindi è salva la possibilità per le persone offese di adire il giudice civile per far valere le proprie ragioni in quella sed – osserva l’avvocatessa Ventura – L’esclusione dal processo penale rappresenta un nuovo punto di partenza per portare avanti quella che ormai rappresenta una vera e propria battaglia giuridica di civiltà». La partita è ancora aperta, dunque, per arrivare al riconoscimento di un risarcimento ai familiari delle vittime e agli scampati al massacro – 94 morti accertati e sei dispersi – poiché il Fondo di garanzia per le vittime della strada interviene anche per gli incidenti nautici.

PIANTEDOSI E LA PROMESSA DI INDENNIZZARE LE VITTIME

Resta una contraddizione da sanare. Il ministro Piantedosi proprio a Crotone ha detto che che lo Stato avrebbe fatto «di tutto» per indennizzare le vittime. Non si capisce come, però. «Da una parte il Governo dice che pagherà, dall’altra chiama avvocati sempre più importanti per chiedere di essere esonerato», osserva l’avvocato Verri. Non a caso Consap ha chiamato, per essere estromessa dal processo, uno dei più importanti penalisti italiani come Coppi, di cui Bongiorno è considerata allieva. La lesione del diritto di difesa che alla fine è risultata la questione dirimente si sarebbe tradotta in un «onere finanziario che si ripercuote sull’intera collettività e comporta una dispendiosa utilizzazione di risorse pubbliche e l’esposizione a costi aggiuntivi», è detto nella memoria dello studio Coppi.

Ammessa, invece, la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero degli Interni, assistiti dall’avvocato Luca Matarese, e della Regione Calabria, assistita dall’avvocato Massimiliano Manna, alla quale si era opposto l’avvocato Salvatore Perri, difensore di due presunti scafisti, per tardività, essendo giunta alla terza udienza del processo. Il Tribunale ha rilevato che non era ancora esaurita la fase di accertamento della regolare costituzione delle parti civili e quindi ha respinto l’eccezione difensiva. Ma, si sa, gli scafisti, quand’anche venissero condannati anche al risarcimento, non possiedono grandi risorse e resta in piedi l’interrogativo su chi pagherà.

IL PROCESSO: DEPOSITATI NUOVI DOCUMENTI

Si è entrati così nel vivo del processo con l’ammissione dei mezzi di prova e l’apertura dell’istruttoria dibattimentale. In particolare, il pm Pasquale Festa ha depositato nuovi documenti: la consulenza del medico legale Massimo Rizzo sulle morti per annegamento dei migranti e la trascrizione, ad opera del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e della Squadra Mobile di Crotone, dei messaggi audio scambiati da uno degli imputati, il pakistano Ishaq Hassnan, di 22 anni (dichiaratosi inizialmente minorenne ma poi smascherato), con altri migranti che dai luoghi di origine “prenotavano” altri viaggi della speranza. In quei messaggi si parla dei viaggi come “game”.

L’intento della Procura è dimostrare che l’imputato fosse stabilmente inserito in un’organizzazione dedita alla tratta di migranti. Il primo teste ad essere sentito è stato l’ispettore della polizia di Stato Vincenzo Sciumbata, che ha ricostruito nei dettagli le modalità con cui sono stati individuati i presunti scafisti (gli altri imputati sono il turco Sami Fuat, di 50 anni, e il pakistano Khalid Arslan, di 25).
Anche nel parallelo processo col rito abbreviato a carico di un quarto presunto scafista, il 22enne turco Gun Ufuk, il gup Elisa Marchetto ha ammesso le costituzioni di parte civile di Governo e Regione.

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