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“Ultimo Atto”, la Dda chiede il processo per 35 persone considerate le nuove leve (ma non mancano i veterani) del locale di ‘ndrangheta di Cirò
CIRÒ MARINA – La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 35 persone nell’ambito dell’inchiesta sulle nuove leve del “locale” di ‘ndrangheta di Cirò che nel febbraio scorso portò all’operazione “Ultimo atto”, sfociata in 33 arresti con furono disarticolati i nuovi assetti del clan riorganizzatosi dopo il duro colpo inflitto nel gennaio 2018 con l’operazione Stige, che allora si concretizzò in 170 arresti.
Nuove leve ma anche veterani dell’organizzazione criminale cirotana, a cominciare da Luigi Vasamì, subentrato nella reggenza, essendo i capi storici – i fratelli Giuseppe e Silvio Farao e Cataldo Marincola – detenuti. Insieme a Vasamì, stando alle accuse contestate dal procuratore distrettuale facente funzioni Vincenzo Capomolla e dai sostituti Domenico Guarascio, Paolo Sirleo e Pasquale Mandolfino, che richiamano quasi in toto l’impianto dell’ordinanza di custodia cautelare, gli altri organizzatori del clan sarebbero Giuseppe Romano, Giuseppe Cariati, Francesco Amantea e Gianluca Scigliano per l’area di Cirò, Cataldo Cornicello per l’area di Cirò Marina.
Tra le nuove leve si annovererebbero tra gli altri anche Luca Frustillo, Vincenzo Affatato, Davide Critelli, Gianfranco Musacchio. Cariati e Frustillo sarebbero gli affiliati maggiormente operativi, col compito di curare gli “affari” e di rapportarsi con le altre cosche, mentre Critelli e Affatato, oltre a fare da autisti ai veterani e a portare “ambasciate”, avrebbero organizzato gli incontri tra sodali. L’emergente sarebbe proprio Cornicello, ex faccendiere di Giuseppe Spagnolo, uno dei plenipotenziari del clan condannato a 20 anni nel processo Stige, e impostosi come figura più rappresentativa a Cirò Marina per il controllo asfissiante del territorio.
Ma ci sono anche i nipoti di Cataldo Marincola, uno dei leader storici, ovvero Ottavio e Pino, in varie occasioni ripresi al circolo Cbs Sestito di Cirò, ritenuta una delle basi operative del clan, e i fratelli Antonio e Francesco Crugliano e Alessandro Nigro, che si sarebbero occupati del monopolio del settore ittico e della gestione illecita dei porti di Cirò Marina e Cariati. Il core business della cosca erano anche le estorsioni e il controllo degli appalti pubblici, e per pianificare tutto ciò c’era bisogno di luoghi d’incontro.
Ma l’egemonia della cosca nel territorio cirotano viene desunta dall’«allarmante tendenza della popolazione cirotana a rivolgersi alla consorteria criminale per risolvere le questioni più varie». Dall’individuazione dei responsabili di atti illeciti al recupero di crediti al regolamento di dissidi banali, scaturiti da relazioni sentimentali, ciò che talvolta suscitava anche l’indignazione degli stessi affiliati. Emerso anche il controllo dei villaggi turistici con l’imposizione di assunzioni e il pagamento di mazzette in cambio di protezione.
L’inchiesta ha focalizzato anche l’esistenza delle ‘ndrine collegate di Strongoli, Mandatoriccio e Cariati, storicamente legate ai cirotani. Un copione già visto con le operazioni Galassia, Krimisa, Bellerofonte, Stige e altre ma oggi le nuove sequenze sono più sofisticate. Una storia, dunque, che si ripete, e questo è soltanto l’”Ultimo Atto”.
Stralciata la posizione dell’avvocato catanzarese Gennaro Pierino Mellea che era finito ai domiciliari con l’accusa di estorsione nei confronti di un imprenditore agricolo. Il professionista, che ha rivestito la carica di consigliere comunale di Catanzaro nel gruppo misto tra il 2006 e il 2011 ed era stato candidato a consigliere regionale della Calabria, è stato coinvolto anche nell’inchiesta “Kiterion” contro la cosca Grande Aracri di Cutro, riportando condanne in primo e secondo grado. L’udienza preliminare è fissata per l’11 gennaio prossimo.
OPERAZIONE ULTIMO ATTO, L’ELENCO DELLE PERSONE PER CUI LA DDA CHIEDE IL PROCESSO
Ecco i destinatari della richiesta di rinvio a giudizio:
- Vincenzo Affatato, di 38 anni, di Cirò;
- Francesco Amantea (61), di Cirò;
- Nicola Calfa (32), di Melissa;
- Ruggiero Calfa (27), di Melissa;
- Giuseppe Cariati (62), di Cirò;
- Cataldo Cornicello (44), di Cirò Marina;
- Franco Cosentino (49), di Cirò Marina;
- Davide Critelli (29), di Cirò;
- Francesco Falbo (39), di Melissa;
- Luca Frustillo (38), di Cirò;
- Luigi Lettieri (50), di Strongoli;
- Gaetano Mammolenti (48), di Torino;
- Ottavio Marincola (36), di Cirò;
- Pino Marincola (32), di Cirò;
- Gianfranco Musacchio (35), di Cirò Marina;
- Giuseppe Romano (67), di Cirò;
- Giuseppe Santoro (38), di Cirò;
- Gianluca Scigliano (44), di Cirò;
- Luigi Vasamì (61), di Cirò;
- Antonio Crugliano (77), di Cirò Marina;
- Francesco Crugliano (34), di Cirò Marina;
- Alessandro Nigro (35), di Cirò Marina;
- Giorgio Pucci (50), di Cirò Marina;
- Luigi Pucci (44), di Cirò Marina;
- Fabio Cataldi (45), di Cirò Marina;
- Antonio Rizzo (32), di Umbriatico;
- Domenico Rizzo (45), di Umbriatico;
- Francesco Rizzo (64), di Umbriatico;
- Egidio Massimiliano Bruno (32), di Cirò;
- Massimo Ausilio (39), di Cirò Marina,
- Giuseppe Greco (73), di Strongoli,
- Nicola Squillace (63), di Melissa,
- Cataldo Mennella (57), di Cirò Marina,
- Giuseppe Mennella (22), di Cirò Marina,
- Francesco Vitale (30), di Cirò Marina.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gianni Russano, Mario Bombardiere, Domenico Sirianni, Luigi Scaramuzzino, Francesco Bastone, Antonio Anania, Giovanni Mauro, Francesco Gambardella, Nicola Cantafora, Sergio Rotundo, Aldo Truncè, Concetta Nunnari.
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