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Uccise l’ex moglie l’8 marzo 2022 a San Leonardo di Cutro, in aula dice: «Sparai accidentalmente», condannato all’ergastolo

CUTRO – Ergastolo. La Corte d’Assise di Catanzaro, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore di Crotone Pasquale Festa, ha condannato all’ergastolo Alfonso Diletto per il femminicidio dell’8 marzo 2022, quando, nella frazione San Leonardo di Cutro, piccolo borgo di meno di mille anime, in una casetta in pieno centro, in via dei Gesuiti, l’uomo uccise l’ex moglie Vincenza Ribecco. “Cecè”, come era conosciuta in paese.

L’imputato doveva rispondere anche di atteggiamenti persecutori. La Corte presieduta da Massimo Forciniti ha disposto anche l’isolamento diurno dell’imputato per due mesi, l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e il risarcimento delle parti civili da liquidarsi in separato giudizio. Al termine del dibattimento, l’imputato ha reso dichiarazioni spontanee sostenendo che pensava che in casa ci fosse un’altra persona e che il colpo era partito accidentalmente, e questa è stata anche la tesi difensiva, sostenuta dall’avvocato Luigi Colacino. Il pm aveva messo in evidenza, nel corso della sua requisitoria, l’indole aggressiva di Diletto e la sua gelosia morbosa. Le parti civili rappresentate dagli avvocati Luigi Falcone e Tiziano Saporito si erano associate alle richieste del pm.

CUTRO, UCCISE LA EX MOGLIE, CONDANNATO ALL’ERGASTOLO

Che l’uomo ossessionasse la vittima era risaputo in paese. Per questo la donna temeva di ritrovarsi nei pressi di casa il suo ex e che questi potesse ucciderla. E così è stato, alla fine. Diletto, secondo la ricostruzione accusatoria, il pomeriggio dell’8 marzo si presentò a casa dell’ex moglie con in tasca una pistola calibro 7.65 illegalmente detenuta e sparò appena fuori dalla porta-finestra un colpo che trapassò il vetro raggiungendo al cuore la vittima.

Durante l’interrogatorio condotto dai carabinieri crollò, dopo aver prima negato di sapere che l’ex moglie fosse morta, e ammise di essersi armato perché temeva di trovare a casa il presunto – più che mai presunto – amante di lei. Soltanto una volta messo alle strette, dopo che i carabinieri gli fecero sapere di essere al corrente del fatto che a suo fratello, che vive nel Mantovano, subito dopo il delitto aveva detto di aver «perso la testa» commettendo qualcosa di “brutto” riferito all’ex moglie, Diletto confessò di aver sparato. Quindi fece ritrovare l’arma, di cui s’era liberato durante il rientro nella sua abitazione, da San Leonardo a Cutro, gettandola in un dirupo.

I FIGLI HANNO DECISO DI CAMBIARE COGNOME

Intanto, i figli della vittima, residenti in Nord Italia, cambieranno cognome: Domenico ha già ottenuto il via libera dalla Prefettura di Mantova, Rosaria attende l’ok da quella di Genova. «L’unica cosa che potevamo ottenere era la condanna all’ergastolo, su questo almeno ce l’abbiamo fatta ma mia madre non tornerà mai indietro», ha detto Rosaria Ribecco al Quotidiano. «Fino all’ultimo ha pensato a sé stesso, cercando di giustificarsi. Faceva finta di piangere quando ha chiesto rapidamente scusa ai figli, all’inizio», ha detto ancora la giovane commentando le dichiarazioni spontanee dell’imputato.

Un appello dell’ordine però vuole lanciarlo. «Una proposta di ammonimento l’avevamo fatta, è vero che non è una denuncia, ed è importante denunciare, ma oggi è pieno di casi come questi, le forze dell’ordine ci stiano più dietro, anche se le vittime non denunciano, altrimenti si rischia di arrivare quando è troppo tardi».

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