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I tentacoli della ‘ndrangheta sui binari: maxi sequestro ai colossi del settore coinvolto anche il gruppo Ventura

ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE) – Dopo le condanne, i sigilli vengono apposti su un impero da dieci milioni pari a profitti, secondo l’accusa illeciti, maturati da undici importanti imprese del settore dell’armamento ferroviario. Una quota di oltre 1,7 milioni, in particolare, è stata sequestrata alla Francesco Ventura Costruzioni, essendo imputata, tra gli altri, Maria Antonietta Ventura, presidente del cda dell’omonimo Gruppo, già candidata da centrosinistra e Cinque Stelle alla presidenza della Regione Calabria. I finanzieri del Comando provinciale di Milano, coordinati dalla Dda del capoluogo lombardo, hanno eseguito, su ordine del gip Luca Milani, un sequestro preventivo nei confronti delle società operanti sull’intero territorio nazionale.

I sequestri sono conseguenti a una serie di reati di natura fiscale, come emerso da accertamenti in continuità con una precedente indagine svolta dai Nuclei di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Varese, Milano e Verona che nel febbraio 2022 avevano portato all’arresto di 15 persone. Indagine che avrebbe fatto emergere che un gruppo composto dalle famiglie Aloisio e Giardino, contiguo alla cosca di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, attraverso contratti di distacco di manodopera e di nolo a freddo dei mezzi, avrebbe svolto per anni attività di manutenzione della rete di binari avvalendosi di una fitta rete di aziende pseudo-metalmeccaniche a loro riconducibili con sede tra Varese, Verona e Crotone, molte delle quali intestate a prestanome, di fatto prive di una struttura aziendale.

Nel mirino ingenti commesse della principale stazione appaltante d’Italia Spa. Il gip ha disposto sequestri di somme anche nei confronti di Salcef spa (di Alessandro Di Paolo, Simone Camponeschi e Tiziano Tolli), Fersalento srl (di Marcella e Alessandra Ventura), Globalfer srl (di Marzia, Salvatore e Oscar Esposito), Clf srl, Gcf spa (di Edoardo e Alessandro Rossi), Gefer spa (sempre del gruppo Rossi), Cenedese spa (di Andrea e Luigi Cenedese). A luglio i sequestri hanno riguardato anche Armafer srl ed Euro Ferroviaria srl.

Ulteriori indagini avrebbero consentito di ricostruire il milionario circuito di fatture false emesse dalle società cartiere al fine di eludere la normativa antimafia e le limitazioni in materia di subappalto di commesse pubbliche. L’imposta evasa, in termini di Iva e Ires, ammonta a complessivi 10.273.420 euro, oggetto di sequestro. A gennaio furono 14 le condanne nel processo col rito abbreviato per le presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta nei subappalti: si procede a parte per una quarantina di imputati: tra loro rappresentanti dei colossi del settore per i quali pende l’udienza preliminare, ma intanto scattano i sequestri dei binari.

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