La spiaggia di Cutro dove è avvenuto il naufragio
3 minuti per la letturaCROTONE – Il Tribunale penale di Crotone citerà a giudizio quale responsabile civile il Fondo di garanzia Vittime della strada, che copre anche gli incidenti nautici, nel processo contro quattro presunti scafisti accusati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione alla strage di Cutro del 26 febbraio scorso, con 94 vittime accertate (ma si cercano ancora sei dispersi). Il collegio giudicante presieduto da Edoardo D’ambrosio (e composto, inoltre, da Assunta Palumbo e Giuseppe Collazzo) ha accolto la richiesta avanzata preliminarmente dall’avvocatessa Barbara Ventura, che rappresenta alcuni familiari delle vittime. Una richiesta a cui si sono associati anche gli altri legali delle persone offese, gli avvocati Domenico Poerio, Salvatore Rossi e Pietro Vitale.
Prima che il presidente d’Ambrosio disponesse il rinvio all’udienza del 15 novembre prossimo per consentire la citazione del responsabile civile, si erano costituiti parte civile i familiari di alcune vittime (li difendono anche gli avvocati Stefano Bertone, Enrico Calabrese, Vincenzo Cardone, Mitja Galuz, Luigi Li Gotti e Francesco Verri, ieri sostituiti dai loro colleghi presenti in aula). Rapida, dunque, la prima udienza del processo col giudizio immediato che vede imputati i turchi Sami Fuat, di 50 anni e Ufuk Gun di 28 anni, e i pakistani Khalid Arslan, di 25 anni, e Ishaq Hassnan, di 22 anni. A rappresentare l’accusa, accanto al pm Pasquale Festa, titolare delle indagini, c’era il procuratore Giuseppe Capoccia.
Nel corso di due incidenti probatori, uno svoltosi dinanzi al Tribunale minorile di Catanzaro, perché all’inizio si riteneva erroneamente che uno degli imputati non avesse ancora compiuto 18 anni, e uno celebrato davanti al gip del Tribunale di Crotone Michele Ciociola, sono state cristallizzate le drammatiche testimonianze di alcuni superstiti della tragedia. Alcune dichiarazioni non sono perfettamente sovrapponibili e questo potrebbe complicare l’istruttoria dibattimentale. Inoltre, diversi migranti, ormai trasferitisi all’estero, sono irreperibili. Il materiale probatorio acquisito dalla Procura è comunque già corposo. Oltre agli altri scampati al massacro, è presumibile che i pm nel corso del processo per la strage di Cutro chiederanno di sentire l’ammiraglio in pensione Salvatore Carannante, consulente tecnico che ha redatto la perizia depositata agli atti del processo nella quale si definiscono come “approssimative” e “fuorvianti” le informazioni fornite da Frontex sulla determinazione della rotta seguita dalla Summer Love, il caicco malandato nel cui ventre schiantatosi contro quella maledetta secca erano stipati circa 200 migranti.
Le conclusioni a cui è giunto il super perito, che si è già occupato del caso Concordia, sull’attività svolta dal velivolo Eagle 1 sono vere e proprie bacchettate all’agenzia europea. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Salvatore Andrea Falcone, Martina La Vecchia e Salvatore Perri.
Intanto, la Procura attende l’esito di alcune perizie per chiudere il cerchio nel filone d’indagine sull’omissione dei soccorso, che dovrà fare luce su quel buco di quasi sei ore durante le quali, a fronte della segnalazione della presenza di un barcone a 40 miglia dalle coste crotonesi che con ogni probabilità trasportava migranti, dopo il rientro di due mezzi della Guardia d finanza, la V5006 da Crotone e il pattugliatore Barbarese da Taranto, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, le potenti e inaffondabili motovedette classe 300 e 800 della Guardia costiera restavano in porto senza che la sala operativa di Reggio Calabria ne disponesse l’uscita.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA