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ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE) – «Mi manda Iervasi, uomo d’onore»: bastava la parola “uomo d’onore” e lo sconto al ristorante per il matrimonio era assicurato. Emerge dalle conversazioni intercettate nell’ambito dell’inchiesta che l’altra notte ha portato all’operazione Karpanthos, condotta dalla Dda e dai carabinieri di Catanzaro contro i clan della Presila catanzarese. Intercettazioni che, tra l’altro, hanno consentito di monitorare i preparativi per un matrimonio del clan, quello tra Vincenzo Antonio Iervasi, considerato esponente di vertice della cosca al centro delle indagini, e Luigina Marchio, anche lei indagata.

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La coppia e la figlia di lei si erano recati presso un ristorante di Isola Capo Rizzuto per un colloquio col proprietario del locale dove avrebbero festeggiato le nozze inizialmente programmate per l’estate 2020 e rinviate di un anno in seguito al Covid. Dopo quell’incontro, la figlia di Marchio scherzava, dopo aver compreso che il trattamento riservato era stato favorevole. «Qualche sabato verrò a mangiare qua… gli dico “Mi manda Iervasi, uomo d’onore”». La madre: «finiscila, adesso ti do una gomitata». E la ragazza: «Ti piace però. Lo vedi come ti fanno gli sconti. Voglio vedere se eri nessuno… di uno qualunque… quanto pagavi». Iervasi, dal canto suo, non si scomponeva. E ad altri familiari raccontava dello sconto e del fatto che in quel posto era andato in passato a mangiare con “Franco”, con “Pino”. Forse alludendo a pezzi da novanta delle cosche.

Il ristorante era l’agriturismo Petra Nastase di Isola Capo Rizzuto, gestito da Santino Lequoque, coinvolto nell’operazione Jonny. Una scelta, quella di Iervasi, che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è «una conferma della sua contiguità alla cosca Arena». Perché il ristorante sarebbe stato scelto spesso dagli Arena come sede per i summit del clan, e quindi del matrimonio, e di convivi che erano “vere e proprie riunioni di mafia” nel ristorante parla peraltro il collaboratore di giustizia Santo Mirarchi. Mirarchi partecipò al summit conviviale svoltosi proprio a Petra Nastase in cui Paolo Lentini comunicò che Gennaro Mellea, referente dei Grande Aracri di Cutro a Catanzaro, non svolgeva più quel ruolo e che gli isolitani avevano ripreso il comando nel capoluogo regionale.

Ma torniamo al matrimonio finito sotto la lente della Dda di Catanzaro. Alle nozze fissate il 5 agosto, un mercoledì. Il sindaco di Cerva, Fabrizio Rizzuti, che peraltro è finito agli arresti domiciliari anche lui, con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, non poteva officiare il rito civile fuori dal proprio Comune, in quel ristorante. Quindi la futura sposa chiede al proprietario dell’agriturismo: «volevo chiedere se avete la possibilità di informarvi con il vostro sindaco qua del paese se mi può officiare il matrimonio». Lequoque si mette a disposizione: «A noi ci serve un ufficiale giudiziario, anche se il sindaco manda un altro». «Va benissimo. Vi saluta Antonio. Ci vediamo per Pasqua». «Me lo salutate tanto».

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