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Il giudice Elvezia Cordasco

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Operazione Vaso di Pandora, tutti assolti gli imputati della presunta maxi truffa all’Inps e all’Arcea nel Crotonese

CROTONE – Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Si sgonfia l’inchiesta che nel novembre 2018 portò all’operazione “Vaso di Pandora“. Operazione condotta dalla Guardia di finanza contro una presunta associazione a delinquere dedita a truffe ai danni di Inps e Arcea. Lo ha deciso il Tribunale penale di Crotone presieduto da Elvezia Cordasco nei confronti di 41 imputati.

Nella sua requisitoria il procuratore Giuseppe Capoccia aveva chiesto soltanto otto condanne e 33 assoluzioni. Ritenendo che non fossero sufficientemente provate le accuse nei confronti di buona parte degli imprenditori e dei lavoratori coinvolti, secondo la difesa ignari del sistema di false assunzioni.

La pena più alta, a 6 anni e 4 mesi di reclusione, era stata chiesta per Emanuele Chiriaco, 49enne ragioniere commercialista di Crotone. Secondo l’accusa, avrebbe “promosso e costituito l’associazione a delinquere” stipulando con l’altro commercialista imputato, Alfonso Donato Proietto, 54enne di Isola Capo Rizzuto per il quale erano stati chiesti 4 anni e 4 mesi, “un accordo illecito permanente teso alla realizzazione di un numero indeterminato di reati di truffa ai danni dell’Inps”.

VASO DI PANDORA, TUTTI ASSOLTI: LE ACCUSE MOSSE AGLI IMPUTATI

Ma proprio l’accusa di associazione a delinquere è crollata, in accoglimento della tesi difensiva. Chiriaco, secondo quell’accusa, avrebbe organizzato e diretto l’associazione pianificando i singoli reati fine. Proietto, sotto la direzione di Chiriaco, avrebbe prestato il proprio contributo tecnico-professionale di ragioniere commercialista per la trasmissione di comunicazioni obbligatorie quali Uniemens, Unilav, Inps, Centro per l’impiego, per l’instaurazione di falsi rapporti di lavoro e si sarebbe adoperato per fornire istruzioni ai lavoratori sulle dichiarazioni da rilasciare in occasione dei controlli.

Antonio Cosentino, 38enne imprenditore di Isola, per il quale sono stati chiesti 4 anni e 4 mesi, avrebbe partecipato all’associazione a delinquere quale formale intestatario di ditte individuali. Assumendo la responsabilità per gli obblighi di legge. Mettendo a disposizione la sua tipografia per la realizzazione di timbri contraffatti e la predisposizione di falsi contratti d’affitto di terreno e falsi documenti di riconoscimento, false patenti di guida, falsi codici fiscali.

Il pm aveva chiesto due anni per Alessandro Bianco, 32enne di Isola Capo Rizzuto, impiegato di un Caa di Crotone. Sarebbe stato il coordinatore delle truffe all’Arcea. Un anno era la richiesta per Giorgio Marino, 54enne impiegato di un Caa, di Crucoli. Avrebbe utilizzato la propria posizione all’interno di organizzazioni sindacali (ha fatto parte di Cgil e Uil) e utilizzato imprese gestite dal presunto sodalizio criminale per attuare false assunzioni.

LE ALTRE RICHIESTE DI CONDANNE RIGETTATE DAL TRIBUNALE

Un anno ciascuno la richiesta anche per gli imprenditori Egidio Zoffreo (52), di Cutro, e Fabiola Riolo (34), di Crotone. Il pm aveva chiesto l’assoluzione per gli altri imprenditori accusati di aver reclutato falsa manodopera e i lavoratori. Si tratta di Giuseppe Garofalo (50), di Cotronei; Felice Mesoraca (65), di Crotone; Gaetano Audino (45), di Crotone; Giuseppe Basile (40), di Crotone; Dionigi Crugliano (29), di Crotone; Gennaro Crugliano (56), di Crotone; Antonio De Angelis (59), di Crotone; Vito De Nicolò (65), di Crotone; Michele La Leggia di Dio (61), di Zinasco; Marius Fichitu (41), di Isola; Salvatore Gigliotti (47), di Crotone; Giuseppe Gemelli (38), di Crotone; Gianluigi Gualtieri (46), Pasquale Gualtieri (44),di Isola; Andrea Gullo (37), di Crotone; Stefano Horvat (38), di Rocca di Neto; Valerica Lacatusu (54), di Crotone; Luca Laino (39), di Crotone; Antonio Leotta (54), di Rocca di Neto; Giuseppe Livadoti (66), di Crotone; Antonio Macrillò (36), di Isola; Marian Manole (37), di Caltanissetta; Nicola Muccari (50), di Isola; Pasquale Mungari (59), di Crotone; Maurizio Mungo (57), di Isola; Massimiliano Muraca (56), di Cutro; Beniamino Muto (51), di Isola; Giuseppe Nicastro (52), di Isola; Gaetano Padovano (49), di Cutro; Marco Scida (37), di Crotone; Francesco Tallarico (43), di Isola; Domenico Timpano (46), di Crotone; Pasquale Voce (43), di Isola.

VASO DI PANDORA, TUTTI ASSOLTI: IL SUCCESSO DELLE DIFESE

Ma alla fine hanno avuto la meglio le difese e sono stati tutti scagionati. Sono intervenuti gli avvocati Pasqualino Capalbo, Silvano Cavarretta, Lorenza Corasaniti, Roberto Coscia, Mario Lucente, Gianluca Marino, Giuseppe Messina, Mario Prato, Salvatore Rossi, Giovambattista Scordamaglia, Aldo Truncè, Barbara Ventura, Luigi Villirilli, che hanno contestato la sussistenza di un’organizzazione, ciò che alla fine ha fatto crollare anche i reati fine che erano attribuiti agli imputati. «Il processo – ha commentato l’avvocato Truncè – non ha dimostrato lo schema di reato cavalcato in origine e che vedeva una serie di percettori di indennità di cui non avevano titolo, e le assoluzioni sono il corretto epilogo di questa vicenda».

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