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L’“azione di forza” (come la definì l’ex sindaco Belcastro) ai serbatoi

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COTRONEI (KR) – Interruzione di pubblico servizio e danneggiamento aggravato. Sono i reati per i quali sono indagati l’ex sindaco di Cotronei Nicola Belcastro (Pd), l’ex assessore Vincenzo Girimonte, i dirigenti dell’ufficio tecnico del Comune Gaetano Scavelli e Antonio Urso, il dipendente Giovanni Comberiati e gli agenti della polizia locale Pietro Curcio, Salvatore Garofalo e Salvatore De Falco.

Tutto nasce dall’”azione di forza”, come la definì lui stesso, a cui l’ex sindaco si sarebbe visto “costretto”, nell’agosto 2021, in seguito al silenzio serbato da Sorical che non aveva ottemperato a un’ordinanza con cui si chiedeva di aumentare la portata idrica.

Un’ordinanza che il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone Alessandro Rho definisce, nell’avviso di conclusione delle indagini notificato a otto persone, “palesemente illegittima” poiché adottata “in difetto assoluto di competenza” e “carenza di istruttoria”.

Con tanto di fascia tricolore, accompagnato dall’assessore Girimonte e dai tecnici comunali, Belcastro raggiunse il partitore idrico nella località Trepidò per forzare il lucchetto a chiusura del portone in metallo e improvvisare una manovra sulle valvole di erogazione che lasciò a secco i comuni limitrofi, variando illegittimamente, secondo l’accusa, il flusso idrico.

A secco rimase non solo San Giovanni in Fiore – contro la cui sindaca, Rosaria Succurro, recatasi a Trepidò, pure lei col Tricolore, insieme a una delegazione, Belcastro ingaggiò una guerra tra poveri d’acqua – ma anche Caccuri, Castelsilano, Cerenzia. Il pm Rho fu costretto a sequestrare il partitore per evitare nuove improvvisate manovre di sindaci in processione al partitore di Sorical.

Ma è chiaro che non può essere la Procura a risolvere il problema. Cotronei attraversava in quella fase il clou dell’emergenza idrica per una consistente limitazione nell’erogazione dall’acquedotto Sorical verso i serbatoi di accumulo a monte dell’abitato, in un territorio in cui insistono numerose strutture sanitarie e socio-assistenziali e villaggi turistici. Da qui l’emanazione dell’ordinanza sindacale con cui si intimava a Sorical di ripristinare la normale portata della fornitura idropotabile.

Ma un conto è chiedere più acqua con strumenti civili e democratici, un conto sono le ipotesi di reato contestate dalla Procura. Gli addetti della Sorical dovettero essere scortati dai carabinieri per rimodulare l’erogazione che era stata deviata portando più acqua a Cotronei e togliendone a San Giovanni in Fiore e ai centri dell’Alto Crotonese.

Dal canto suo, l’ex sindaco Belcastro obiettava di aver soltanto ridotto la portata di dieci litri al secondo presso la vasca di San Giovanni in Fiore in aderenza a quanto già concordato con Sorical. Saranno gli sviluppi giudiziari a chiarire eventuali responsabilità penali con sufficiente certezza.

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