Il pm antimafia Paolo Sirleo
4 minuti per la letturaCROTONE – L’ombra dei clan del Crotonese anche sull’asta di immobili pignorati che dovevano necessariamente tornare ai proprietari o essere aggiudicati a prestanome per sfuggire a eventuali sequestri antimafia; e se qualche ignaro offerente si presentava, veniva allontato con minacce: in un caso, a San Leonardo di Cutro, dopo essere stato addirittura circondato da quattro persone.
Si amplia, col coinvolgimento di avvocati e pubblici ufficiali ma anche di uomini delle cosche, fino a salire a 31 persone che ormai hanno acquisito lo status di imputati, l’inchiesta che nel novembre scorso ha portato a cinque arresti per un giro di usura e estorsione tra Cutro, Isola Capo Rizzuto e Botricello e con cui sarebbe stata fatta luce anche su una truffa dell’energia ruotante attorno a un parco eolico a Crotone nella quale è implicato il dirigente comunale Giuseppe Germinara insieme a un gruppo di professionisti del Crotonese e del Catanzarese.
Il pm Antimafia Paolo Sirleo ha chiesto il rinvio a giudizio per 31 persone, appunto, e l’udienza preliminare dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro è fissata al 9 febbraio prossimo. Scorrendo la richiesta della Dda, si scorgono nuove accuse, che non c’erano nell’ordinanza di custodia cautelare. Innanzitutto quella di esercizio abusivo dell’attività creditizia in relazione all’apertura di una finanziaria senza che alcuni degli imputati fossero muniti dell’iscrizione nell’elenco previsto dall’articolo 106, comma 1, decreto legislativo 385/93. Ma ci sono anche ipotesi di trasferimento fraudolento di beni, turbativa d’asta e riciclaggio con l’aggravante mafiosa ruotanti attorno a procedure esecutive immobiliari pendenti innanzi al Tribunale di Crotone: coinvolti, tra gli altri, l’avvocatessa catanzarese Palma Spina (la cui posizione è stata già archiviata nell’ambito dell’inchiesta Genesi) e l’avvocato crotonese delegato alla vendita, Gerardo Padula.
In particolare, l’imputato Francesco Rondinelli, interessato alla procedura relativa ad alcuni fabbricati a Isola Capo Rizzuto, per eludere misure di prevenzione derivanti da un’indagine su episodi di usura e dal legame con la famiglia Turrà ritenuta contigua alla cosca Grande Aracri di Cutro, si sarebbe rivolto a Cesare Curatola, catanzarese anche lui, che avrebbe nominato l’avvocatessa la quale, consapevole dell’operazione, avrebbe avanzato istanza di ammissione alla vendita all’incanto consentendo l’aggiudicazione dell’immobile in modo che non figurasse lo stesso Rondinelli. Ipotesi di turbativa d’asta sempre con l’aggravante mafiosa sono contestate anche in relazione alla procedura esecutiva del complesso immobiliare Park Hotel all’interno del villaggio Stunio di Isola Capo Rizzuto.
Ne risponde con l’avvocato Padula anche Giuseppe Giordano, amministratore unico di Promatur di cui è socio insieme a una figlia di Giuseppe Verterame, imputato anche lui e ritenuto contiguo alla cosca Arena di Isola, il quale avrebbe minacciato con metodo mafioso una persona interessata al cespite durante un sopralluogo.
L’aggiudicazione avvenne un prezzo di gran lunga inferiore a quello stimato da una perizia. E ancora, Francesco Falcone, imparentato col clan Mannolo di San Leonardo di Cutro, insieme al genero Rosario Caracciolo e al solito avvocato Padula è accusato di turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa poiché, durante un sopralluogo col delegato alla vendita che non segnalò nulla alle autorità, avrebbe fatto allontanare un offerente per un altro immobile pignorato; l’uomo venne addirittura circondato da quattro persone.
L’immobile che era stato tolto a Falcone è ubicato a San Leonardo di Cutro. Altro immobile pignorato che doveva necessariamente tornare ai proprietari è quello per cui Rocco Devona, esponente apicale della cosca Megna del quartiere Papanice di Crotone, prestò alle teste di legno, o presunte tali, il denaro occorrente per l’aggiudicazione. E rispuntano gli infedeli, o presunti tali. Con l’avvocatessa Spina è imputato, per accesso abusivo a sistema telematico protetto da misure di sicurezza, anche l’agente Antonio Lia, in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, il quale avrebbe indotto un suo collega, simulando finalità istituzionali, a interrogare la banca dati della polizia di Stato per verificare la presenza di informazioni su alcuni degli indagati.
Ma ecco l’elenco completo degli imputati. Luigi Aprigliano, di 55 anni, di Scandale; Alessandra Auditore (44), di Crotone; Rosario Caracciolo (49), di Cropani; Giancarlo Caterisano (32), di Isola Capo Rizzuto; Franecsco Correale (48), di Crotone; Gaetano Correale (23), di Crotone; Rocco Devona (38), di Crotone; Cesare Curatola (77), di Catanzaro; Francesco Falcone (72), di Cutro; Antonio Franco (46),di Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Germinara (51), di Crotone; Giuseppe Gigliarano (37), di Conegliano Veneto; Laura Gigliarano (63), di Isola Capo Rizzuto; Rocco Gigliarano (32), di Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Giordano (64), di Crotone; Antonio Grande (69), di Cutro; Domenico Grande (43), di Cutro; Raffaela Lavigna (42), di Crotone; Giorgio Leo (58), di Crotone; Antonio Lia (57), di Catanzaro; Salvatore Lorenzano (44), di Cutro; Rosario Mattace (42), di Crotone; Gerardo Padula (68), di Crotone; Antonio Provenzano (65), di Isola Capo Rizzuto; Franecsco Rondinelli (52), di Isola Capo Rizzuto); Maria Russo (53), di Botricello; Palma Spina (46), di Catanzaro; Maurizio Staglianò (48), di Cropani; Giuseppe Turrà (52), di Cutro; Giuseppe Verterame (73), di Isola Capo Rizzuto; Gregorio Viscomi (54), di Botricello.
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