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Una delle immagini riprese dai carabinieri durante le indagini

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CUTRO (CROTONE) – Nell’ambito dell’operazione Big Bang, che ha interessato il clan Mannolo di San Leonardo di Cutro, che vessava imprenditori e commercianti tra Botricello, Cropani e Sellia Marina, sono state formalizzate le richiesta di rito abbreviato per 19 su 20 imputati complessivi.

Compariranno, così, davanti al Gup distrettuale di Catanzaro, Pietro Carè, con pm in udienza Veronica Calcagno, il prossimo 25 febbraio Alfonso Mannolo (82 anni), di Cutro; Pietro Scerbo (74), di Cutro; Mario Scerbo (43), di Cutro, Andrea Martino Sirelli (43), di Sellia Marina; Volodymyr Nemesh (32), ucraino; Mario Falcone (67), di Cutro; Leonardo Falcone (57), di Cutro; Leonardo Curcio (52), di Cutro; Leonardo Trapasso (52), di Cutro; Tommaso Trapasso (43), di Cutro; Salvatore Macrì (53), di Cropani; Antonio Scicchitano (49), di Botricello; Giuseppe Talarico (36), di Catanzaro; Dante Mannolo (53), di Cutro; Pietruccia Scerbo (46), di Cutro; Marco Falcone (43), di Cutro; Giuseppe Capicotto (47), di Catanzaro; Egidio Zoffreo (49), di Cutro; Giovanni Zoffreo (27), di Botricello; Fabio Mannolo (35), di Crotone.

L’unico che ha optato per il rito ordinario è Moreno Bertucci (50), di Sellia Marina. Quest’ultimo sarà davanti al Tribunale di Catanzaro il prossimo 16 settembre.

Sono state, inoltre, accolte le richieste di ammissione come parti civili di alcune vittime di usura, di cui due rappresentati dall’avvocato Michele Giglio ed un altro difeso dall’avvocato Daniela Scarfone.

L’inchiesta nasce proprio dal coraggio di alcune vittime a denunciare. Si tratta delle forniture imposte da Dante Mannolo, oggi pentito, e da suo padre Alfonso, ritenuto il capo indiscusso dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta con sede nella frazione San Leonardo di Cutro ma con proiezioni nella fascia jonica catanzarese, ricostruite dai carabinieri della Compagnia di Sellia Marina per far luce su un vasto giro di racket e usura.

I tassi d’interesse arrivavano fino al 150% su base annua, e le condotte estorsive erano finalizzate a ottenere il pagamento dei ratei mensili da parte delle vittime. Dalla indagine è emersa la sistematica imposizione del “pizzo” nei confronti di imprenditori e commercianti soprattutto in occasione delle principali festività dell’anno.

Gli imprenditori vessati erano soprattutto nella zona tra Sellia Marina, Cropani e Botricello, centri limitrofi alla provincia crotonese, e fondamentale è stata la denuncia di alcune delle vittime oltre alle rivelazioni del collaboratore di giustizia.

La scintilla che ha fatto scattare le indagini un duplice episodio intimidatorio che risale alla notte del 13 novembre 2018, quando l’ucraino Volodymyr Nemesh sarebbe stato incaricato dai Mannolo di posizionare una tanica di benzina dinanzi al bar tabacchi di Giuseppe Amelio; analogo l’avvertimento al “Bar 106” di Giuseppe Camastra.

I titolari delle due attività di Sellia Marina si erano opposti a ricevere forniture della ditta di Pietruccia Scerbo, moglie del pentito, esercente l’attività di commercio all’ingrosso di caffè.

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