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CROTONE – «Se al Comune cominciano a dire il plinto non è maturo… nè dopo un giorno né due né tre… deve superarla… io sto facendo anticamera… Sculco mi sembra che ha detto… pronto».
A parlare era l’ingegnere Maurizio Staglianò di Cropani, e sembra facesse riferimento all’ex consigliere Enzo Sculco, ritenuto il ras della politica locale, all’epoca delle intercettazioni dominus della giunta comunale guidata dall’ex sindaco Ugo Pugliese.
Forse proprio a Sculco bisognava rivolgersi per spianare l’ter burocratico che avrebbe dato il la a una truffa. C’è anche, appunto, una presunta truffa dell’eolico, per la quale si ritrova indagato anche il dirigente comunale Giuseppe Germinara insieme a professionisti e amministratori della “Leaf srl”, tra le accuse contestate nell’ambito dell’indagine della Dda di Catanzaro e della Guardia di finanza di Crotone che ha portato all’operazione Turos, con cui è stato sgominato un vasto giro di usura.
La truffa sarebbe stata ai danni della società “Gestore dei servizi energetici spa”, dalla quale la Leaf, di cui era legale rappresentante uno degli indagati, da poco deceduto, di Botricello, amministrata di fatto da Gregorio Viscomi, anche lui di Botricello, avrebbe ottenuto incentivi spettanti ai produttori di energia alternativa, previa presentazione al Comune di Crotone di domande di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di due parchi eolici. Ne rispondono, oltre a Germinara e Viscomi, anche gli indagati Giorgio Leo, di Crotone; Rosario Mattace, di Crotone; Maurizio Staglianò, di Cropani.
In particolare, il rappresentante legale della Leaf, Viscomi quale rappresentante di fatto, Germinara in veste di dirigente del Comune, Mattace in quella di estensore degli elaborati progettuali, Staglianò in quella di tecnico consulente della società e Leo come tecnico di parte, avrebbero concorso nel reato di truffa oltre che in quello di abuso d’ufficio. Leaf avrebbe presentato al Comune di Crotone due domande di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di due impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica nella località San Biagio, allegando relazioni tecniche dell’ingegnere Mattace, calcolatore progettista e direttore dei lavori.
L’indagato ormai deceduto avrebbe dichiarato falsamente di aver completato i lavori di realizzazione dell’impianto peraltro svolti abusivamente – in quanto iniziati e proseguiti subito dopo il 29 novembre 2017, senza così attendere il prescritto decorso di 30 giorni dalla data di deposito della presentazione del progetto al Comune. Secondo l’accusa, sarebbero stati indotti in errore i responsabili del Gestore dei servizi energetici S.p.A. che, sulla base della falsa documentazione presentata da cui si evinceva che gli impianti eolici erano stati regolarmente assentiti dal Comune di Crotone e realizzati entro il 31 dicembre 2017, accoglievano la domanda in tal modo permettendo il conseguimento di un profitto ingiusto pari alla porzione incentivante della tariffa di 190 euro/MWh.
C’è tutta una serie di intercettazioni da cui si evincerebbe l’accordo tra gli indagati. Per esempio la conversazione durante la quale gli indagati Staglianò e Viscomi commentano che il direttore dei lavori «timbra e firma» senza obiettare. O quella da cui trapela l’intento di contattare «l’ingegnere» – secondo gli inquirenti Germinara – a cui prospettare la «soluzione».
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