Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia
2 minuti per la letturaREGGIO EMILIA – Sull’omicidio Silipo, il gommista che ha perso la vita per un colpo di pistola sparato da Dante Sestito, il suo datore di lavoro (LEGGI LA NOTIZIA) è intervenuto il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, in occasione di una manifestazione della Cgil.
«Se a Reggio Emilia un uomo fa inginocchiare un ragazzo e gli spara alla testa si deve far riflettere: significa che esistono pezzi di società non adeguati al nostro livello sociale», ha detto commentando il delitto di Cadelbosco Sopra, il centro del Reggiano in cui si trova l’officina dove l’indagato ha giustiziato l’ex dipendente di 29 anni.
«Mi tolgo sassolino dalle scarpe – ha premesso Vecchi – ho visto cose anche quando i giornali hanno dormito: c’è una dimensione della trasparenza e una della segretezza. La pubblica amministrazione e i sindacati agiscono nella trasparenza, poi ci sono organi competenti e queste due entità non possono scambiare informazioni. Non credo che il maxiprocesso Aemilia (contro la filiale emiliana della super cosca Grande Aracri di Cutro, ndr) abbia risolto il nodo della criminalità organizzata, anzi nel post Aemilia si rischia il riflusso. Siamo cresciuti a livello di consapevolezza, ora dobbiamo agire su un altro livello: sappiamo che in alcuni settori i problemi e il rischio di infiltrazioni mafiose si sono concentrati, lì dobbiamo andare a verificare. Poi capita che in quei settori ci sia una forte matrice di estrazione territoriale».
Infine, un appello a ricucire trame più fitte tra Cutro e Reggio Emilia, meta dell’esodo di migliaia di cutresi emigrati, dopo lo sfilacciamento registrato in questa fase storica: «Dobbiamo dialogare tra comunità: Aemilia ha dimostrato che abbiamo avuto per anni una comunità nella comunità. Uno degli effetti di Aemilia è stata la rottura del dialogo interculturale, che ad esempio non è mai venuto meno con le comunità islamiche negli anni del terrorismo islamico. C’è qualcosa di molto profondo in una parte della società reggiana che non va sottovalutato».
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