IL Tribunale di Cremona che ha disposto la carcerazione
2 minuti per la letturaDopo il pentimento del boss indiscusso del clan, Nicolino Grande Aracri (LEGGI LA NOTIZIA), e gli innumerevoli blitz messi a segno dagli inquirenti nel corso degli ultimi anni, è arrivato l’arresto di un altro elemento di spicco del clan dei Grande Aracri che deve scontare una pena risalente al .
È stato, infatti, arrestato Giuliano Floro Vito, 49 anni originario di Cutro, roccaforte del clan dei Grande Aracri, ma residente a Cadelbosco Sopra, nel Reggiano. Secondo gli inquirenti si tratta di uno degli attuali reggenti della cosca di ‘ndrangheta, una tesi che si basa sulle dichiarazioni del pentito Antonio Valerio rilasciate nell’ambito del processo Aemilia.
Floro Vito è stato arrestato perché deve scontare una pena patteggiata di due anni di reclusione (oltre a 4.000 euro di multa) per usura.
L’esecuzione della condanna era stata inizialmente sospesa perché la difesa del calabrese aveva avanzato al Tribunale di Sorveglianza di Brescia un’istanza per l’ammissione ad una misura alternativa al carcere che però lo scorso 3 marzo è stata rigettata.
Di conseguenza il tribunale di Cremona ha emesso il provvedimento di revoca della sospensione e ha ripristinato l’ordine di carcerazione.
La storia
La vicenda, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, risale al 2011 quando il proprietario di un bar del cremonese si era rivolto a un 58enne imprenditore di Cutro residente nel piacentino (che ha patteggiato nello stesso processo a 2 anni e 4 mesi di reclusione) per ottenere un prestito di 15.000 euro.
L’accordo prevedeva il pagamento di interessi per 3.200 euro al mese con un tasso usuraio di circa il 260% su base annua. Non riuscendo ad onorare il debito, l’imprenditore si era visto costretto a richiedere nei mesi successivi un ulteriore prestito di 10.000 euro stavolta concesso ad un tasso di interesse pari al 162%.
In poco più di un anno il barista era arrivato a pagare, solo per gli interessi, oltre 50.000 euro, scontando un tasso superiore al 210% su base annua. Il denaro consegnato al 59enne cutrese dal barista gli era stato a sua volta prestato da Giuliano Floro Vito.
Le indagini videro nel maggio del 2012 il 59enne finire in manette e Floro Vito denunciato, entrambi per concorso in usura. Floro Vito era stato arrestato anche nelle more dell’inchiesta Aemilia con l’accusa di associazione di stampo mafioso ed estorsione, ma poi è stato rimesso in libertà su decisione del Riesame.
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