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Alcune intercettazioni dell'operazione Malapianta

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CUTRO (CROTONE) – Boss della ‘ndrangheta, in carcere per associazione mafiosa, traffico di droga, riciclaggio, estorsione e usura, ma con il reddito di cittadinanza. Si tratta di Alfonso Mannolo, arrestato il 29 maggio del 2019 nell’ambito dell’operazione “Malapianta”, e ritenuto a capo dell’omonima cosca di San Leonardo di Cutro

La Guardia di finanza di Crotone ha ricostruito gli interessi economici di Mannolo, scoprendo anche che altri sette familiari di persone arrestate nella stessa inchiesta avrebbero percepito il reddito di cittadinanza grazie a false dichiarazioni.

In particolare i militari hanno passato al setaccio una lista di soggetti condannati definitivamente, oppure attualmente imputati e detenuti per associazione mafiosa, e altri reati socialmente pericolosi. Infatti, la normativa prevede che, tra i requisiti che i richiedenti devono possedere per poter accedere al sostegno economico dello Stato, non vi siano misure cautelari personali in capo ai componenti il nucleo familiare. Non solo al momento della presentazione della domanda, ma anche durante il periodo di erogazione del beneficio.

Il capo della locale di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro e le altre 7 persone appartenenti alle famiglie della cosca percepivano il reddito di cittadinanza nonostante conducessero un tenore di vita molto alto, come dimostrato dai numerosi beni di lusso sequestrati al termine dell’operazione “Malapianta”. Il danno accertato per le casse dello Stato ammonta a 92.000 euro.

Le indagini hanno permesso di accertare anche che 17 persone sono risultate titolari di partite iva attive, dunque imprenditori a tutti gli effetti, operanti in diversi settori economici, dalla ristorazione alla vendita di calzature, l’edilizia, l’agricoltura, la produzione di infissi, la gestione di stabilimenti balneari, l’allevamento. Tra questi spicca anche un avvocato. Tutti sono risultati essere evasori totali, non avendo mai presentato le dichiarazioni dei redditi e, pertanto, la loro posizione sarà oggetto di ulteriori controlli.

Due persone sono risultate residenti in Germania, ma avevano dichiarato una falsa residenza in provincia di Crotone, accumulando il reddito di cittadinanza per un totale di 15.000 euro.

Un altra parte dell’inchiesta ha permesso di evidenziare le false dichiarazioni sottoscritte per ottenere il sussidio, mentre un’altra persona di Cirò Marina è risultata destinataria di misura cautelare personale degli arresti domiciliari, nel gennaio 2018, nell’ambito dell’operazione contro la ‘ndrangheta cirotana denominata “Stige”. L’uomo avrebbe percepito il Reddito di cittadinanza dall’aprile 2019 per un totale di 9.500 euro.

Continuando a scandagliare i soggetti affiliati alla ‘ndrangheta, le Fiamme Gialle crotonesi hanno infine scovato tre indebiti percettori della prestazione sociale intenti a lavorare in nero. Tra questi Gaetano Santoro, già condannato con sentenza passata in giudicato il 11.12.2018, per associazione a delinquere di stampo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione condotta nei confronti della ‘ndrangheta crotonese denominata “Heracles”.

Tutti i soggetti coinvolti nelle indagini sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Crotone che ha assunto la direzione delle indagini e ha incaricato la Guardia di finanza di svolgere, nei confronti dei responsabili, anche gli accertamenti patrimoniali necessari per pervenire a ulteriori e successivi sequestri.

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