L'ex governatore della Misericordia Leonardo Sacco
1 minuto per la letturaISOLA CAPO RIZZUTO – Ammontano a 640 anni di carcere, a fronte di richieste per quasi un millennio avanzate dal pm Antimafia Domenico Guarascio, le pene inflitte dal gup distrettuale di Catanzaro Carmela Tedesco contro 65 imputati che hanno scelto il rito abbreviato nel processo scaturito dall’operazione interforze Jonny, con cui nel maggio 2017 fu inferto un duro colpo alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto e, in particolare, sarebbe stata fatta luce sui tentacoli sul Centro d’accoglienza S. Anna, tra le più grandi strutture per migranti in Europa.
SCOPRI TUTTE LE NOTIZIE SULL’OPERAZIONE JONNY
NEL FASCICOLO AD AGGIORNAMENTO DINAMICO
Venti anni erano stati chiesti dal pm per Leonardo Sacco, l’ex governatore della Misericordia di Isola e vice di quella nazionale, personaggio chiave dell’inchiesta insieme all’ex parroco Edoardo Scordio (che però ha scelto il rito ordinario insieme ad altri 37): gliene sono stati inflitti 17, ed è stato condannato anche per associazione mafiosa, ma è stato assolto per dodici capi d’imputazione relativi a ipotesi di malversazione e frode in forniture pubbliche.
Per Sacco era stata avanzata la pena più elevata, al pari di quelle proposte nei confronti dei pezzi da novanta di una cosca tra le più potenti della ‘ndrangheta – come Giuseppe e Pasquale Arena e Paolo Lentini – che aveva anche una sua “filiale” nel Catanzarese, sia pure agli ordini della più importante, nella gerarchia mafiosa, “provincia” di Cutro.
La condanna più alta alla fine è stata quella per Pasquale Arena, a 20 anni e 2 mesi, ma spiccano quelle a 20 anni a testa per i cugini Antonio e Ferdinando Poerio, titolari della società di catering Quadrifoglio, servente il Cara, mentre a Giuseppe Arena e a Paolo Lentini sono stati inflitti 16 anni e 4 mesi ciascuno. Sedici le assoluzioni.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA