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Carolina Girasole

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CROTONE – Il Tribunale penale di Crotone oggi pomeriggio ha assolto l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole e il marito Franco Pugliese dalle accuse di voto di scambio politico-mafioso, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.

Si sgonfia, dunque, l’inchiesta che nel dicembre 2013 portò all’operazione Insula, nell’ambito della quale fu arrestata, tra gli altri, l’ex sindaco, nota fino ad allora soprattutto per il suo impegno antimafia. Sono stati assolti dall’accusa di voto di scambio anche Massimo e Pasquale Arena, figli del boss Nicola. Da quella di turbativa d’asta, inoltre, sono stati assolti l’ex assessore all’Agricoltura di Isola Domenico Battigaglia e il funzionario comunale Domenico Calabretta. Da quella di abuso d’ufficio e turbativa sono stati assolti anche Pasquale Arena e Paolo Lentini.

Per turbativa d’asta sono stati condannati a 3 anni e sei mesi ciascuno il boss Nicola Arena, il figlio Massimo e i presunti prestanome Antonio De Meco e Antonio Guarino. Dall’accusa di associazione mafiosa sono stati assolti Nicola Arena e i figli Massimo e Pasquale e Francesco Ponissa. Quest’ultimo è stato condannato a quattro anni di reclusione per un episodio di estorsione, ma assolto per usura.

In una precedente udienza il pm Antimafia Domenico Guarascio aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati proponendo, in particolare, sei anni di reclusione ciascuno per la Girasole e il marito.

Cinque condanne, ma non per le tutte le accuse contestate, e sei assoluzioni, il bilancio finale del processo scaturito dall’inchiesta con cui la Guardia di finanza riteneva di aver fatto luce su un accordo collusivo che prevedeva anche la stesura di un bando del Comune perché gli Arena potessero commercializzare i finocchi coltivati sui terreni confiscati agli Arena.

Dura la reazione della stessa Girasole: «È la giusta sentenza per un processo che non si doveva proprio celebrare. Il procedimento a carico mio e di mio marito doveva chiudersi già nella fase delle indagini preliminari». 

«Fin dall’inizio di questa assurda vicenda – ha aggiunto l’ex sindaco – abbiamo cercato di gridare la nostra innocenza e di fare sentire la nostra voce, ma questo ci è stato impedito da chi deliberatamente non ha voluto, in nessun modo, ascoltare le nostre pur evidenti ragioni e da chi, invece di cercare di conoscere la verità, ha preferito correre dietro la sensazionalità della notizia di un sindaco antimafia che scende a patti con la ‘ndrangheta. Il Tribunale di Crotone, nella sua imparzialità, coraggio e determinazione, ha dimostrato che, nonostante tutto, gli onesti cittadini hanno ancora da sperare e avere fiducia nelle nostre Istituzioni».

«Ringrazio tutti coloro – ha concluso Carolina Girasole – che in questo periodo tremendo della mia vita, mi sono stati vicino e non hanno mai dubitato della mia onestà». 

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