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Comincerà il 9 marzo, davanti al giudice distrettuale di Catanzaro Antonio Battaglia, nell’aula bunker di via Paglia, l’udienza preliminare per i 128 indagati coinvolti nelle due maxi operazioni antimafia «Eracles» e «Perseus», con le quali la Polizia di Stato e la Dda hanno scompaginato i più pericolosi clan di ‘ndrangheta operanti nella provincia di Crotone. A seguito della richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore antimafia Sandro Dolce, prenderà il via il procedimento, che dovrà procedere a ritmi serrati poichè 65 tra gli indagati sono tutt’ora sottoposti a provvedimenti di custodia cautelare e, per circa 40 di loro, i termini massimi di durata delle misure scadranno il 6 aprile. Appena un mese per stabilire se e chi dovrà essere mandato sul banco degli imputati (a parte coloro i quali sceglieranno riti alternativi al dibattimento), per rispondere dei più noti reati di ‘ndrangheta, e cioè di tutte le attività criminali tipicamente realizzate per il controllo del territorio. Le attività investigative sfociate nelle operazioni «Eracles» e «Perseus», secondo l’impianto accusatorio, hanno consentito di delineare le strutture e le strategie operative dei gruppi criminali dominanti nel crotonese, decapitandoli dei vertici e colpendoli nei loro gangli vitali, assicurando alla giustizia sia i capi delle cosche sia gli esecutori materiali di omicidi ed azioni di fuoco. L’operazione «Eracles» risale all’aprile scorso: fu divisa in due tranches, una scattata il 7 di quel mese, quando 39 persone furono sottoposte a fermo di indiziato di delitto, ed una di giorno 27, per l’esecuzione di 55 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Catanzaro nei confronti di soggetti ritenuti affiliati alla cosca crotonese Vrenna- Corigliano-Bonaventura (tra i quali gli stessi 39 già fermati, ed altre 16 persone che avrebbero svolto la loro attività criminale nella città di Crotone).
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