Il pranzo dal boss Grande Aracri al quale hanno partecipato Iaquinta e suo padre
1 minuto per la letturaSalvatore Muto, l’ultimo dei pentiti, racconta retroscena sul rapporto tra Grande Aracri e l’attaccante campione del mondo nel 2006
CUTRO (CROTONE) – Un clan con la testa nel pallone. Se il pentito Antonio Valerio ha raccontato della consegna di 5000 euro da parte dell’ex centravanti della Juve e della Nazionale Vincenzo Iaquinta alla moglie del boss Nicolino Grande Aracri, il più recente dei collaboratori di giustizia registratisi all’interno della super cosca di Cutro, Salvatore Muto, ha parlato del pesce portato in omaggio dal campione del mondo di Germania 2006 al “padrino”, in segno di rispetto.
Del resto, avevamo già pubblicato le foto di un banchetto nella residenza estiva degli Iaquinta, a San Leonardo di Cutro, al quale era presente Grande Aracri. Ma Muto va oltre, aggiungendo che, trovandosi in vacanza a Cutro, l’ex calciatore imputato di reati di armi con l’aggravante mafiosa nel processo Aemilia – suo padre Giuseppe è, invece, accusato di associazione mafiosa – avrebbe consegnato il pesce che pescava con Alfonso Paolini, altro imputato, considerato una sorta di pr della cellula emiliana del “locale” di ‘ndrangheta. E proprio alla presenza di Muto il boss Grande Aracri avrebbe ironizzato sul pesce ricevuto da Iaquinta che a suo dire non era fresco, in quanto “Vincenzone” non sapeva pescare e pertanto lo aveva comprato in qualche pescheria.
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