I fratelli Raffaele e Gianni Vrenna con l'allenatore Davide Nicola
1 minuto per la letturaRigettato l’appello della Procura antimafia, le fonti riconducibili ai fratelli Vrenna sono legittime
CATANZARO – Non sarà confiscato il Crotone calcio, così come gli altri beni di proprietà del gruppo imprenditoriale dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, per un valore complessivo di 800 milioni di euro. Lo ha deciso la Corte d’appello di Catanzaro che stamani ha rigettato l’appello della Procura distrettuale antimafia contro la decisione del Tribunale di Crotone che aveva dichiarato legittimo il patrimonio degli imprenditori.
L’accusa sosteneva che i Vrenna sarebbero stati “imprenditori attigui al fenomeno mafioso per essersi, sin dalla genesi della loro attività, accordati con le consorterie criminali e segnatamente con quella denominata Vrenna-Corigliano-Bonaventura”.
I giudici, accogliendo le tesi del difensori dei fratelli Vrenna, gli avvocati Francesco Gambardella e Francesco Verri, nella loro corposa motivazione, hanno invece sostenuto che tutte le fonti riconducibili ai Vrenna sono legittime così come il patrimonio mobiliare e le risorse utilizzate per la squadra di calcio del Crotone.
La notizia arriva all’indomani del pareggio della squadra rossoblù contro la Sampdoria (LEGGI)
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