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Ufficio postale

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Inflitti 4 anni e 4 mesi all’ex direttrice delle Poste di Caccuri accusata di aver simulato una rapina di 30mila euro



CACCURI – Si sarebbe inventata una rapina a mano armata per appropriarsi del denaro dell’ufficio postale. Per questo è stata condannata a 4 anni e 4 mesi di reclusione Lucia Sottile, 53enne ex direttrice delle Poste di Caccuri, accusata di peculato e simulazione di reato. Lo ha deciso la gup del Tribunale di Crotone Elisa Marchetto. Il pm Matteo Staccini aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione per la donna, nel dicembre scorso sottoposta agli arresti domiciliari al termine di una meticolosa indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro.
Allo stesso tempo, nei suoi confronti è stato eseguito un sequestro preventivo per equivalente, pari ai circa 30mila euro dei quali si sarebbe appropriata.

LA FARSA

La finta rapina risale all’11 novembre 2023, precisamente alla tarda mattinata di un sabato in cui l’ufficio postale di Caccuri, ubicato in una zona periferica del paese, era deserto. La donna aveva chiamato i carabinieri affermando di essere stata vittima di una rapina da parte di quattro uomini incappucciati e armati di fucile. Ai militari aveva raccontato di aver ricevuto una telefonata sull’utenza fissa in uso all’ufficio postale e di aver sentito un uomo, con accento del posto, che, dopo aver minacciato lei e la sua famiglia, le aveva ordinato di recuperare tutti i soldi all’interno della cassaforte, di inserirli in una busta e di portarli all’esterno dell’edificio per poi farvi rientro nell’immediatezza. La direttrice aveva spiegato di aver eseguito gli ordini dei rapinatori perché presa dal panico. Ma, a quanto pare, era una farsa.


I TABULATI

Dall’analisi dei tabulati è, infatti, emerso che nella fascia oraria indicata dalla donna, l’unica chiamata in entrata sull’utenza dell’ufficio è stata quella di un’anziana signora che chiedeva informazioni sul pagamento di una bolletta.


LA DIFESA

I difensori, gli avvocati Aldo Truncè e Peppino Mariano, hanno sostenuto che il processo è basato su indizi non concordanti e hanno preannunciato appello.
Il giudice ha anche disposto il risarcimento della parte civile Poste italiane ordinando contestualmente il versamento di 30mila euro.

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