La mappa delle operazioni sospette
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Audizione in Commissione antimafia del direttore della Uif. Picco in Calabria, Crotone in cima alla classifica delle operazioni sospette
CROTONE – Crotone in cima alla classifica delle province per segnalazioni di operazioni sospette (Sos). Il dato negativo si ricava scorrendo il verbale dell’audizione in Commissione parlamentare antimafia di Enzo Serata, direttore dell’Uif (Unità di informazione finanziaria) per l’Italia. Un dato, quello di Crotone, riconducibile alla pervasività della ‘ndrangheta anche perché le imprese i cui amministratori sono risultati coinvolti in Sos riferibili a contesti di criminalità organizzata sono più numerose nelle regioni meridionali, con picchi proprio in Calabria, oltre che in Campania e Sicilia. Nel Centro-Nord le province maggiormente interessate sono Roma, Milano, Brescia e Reggio Emilia, una terra, quest’ultima, le cui dinamiche criminali sono legate da un filo rosso sangue a quelle del Crotonese.
Nel 2023 la Uif ha ricevuto poco più di 150.000 Sos, con una diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente. Anche nell’anno in esame, «Roma (10,3%), Milano (9,8%) e Napoli (9,7%), sono le prime tre province in valore assoluto per concentrazione di volumi di operatività astrattamente ascrivibili alla criminalità organizzata, la cui incidenza complessiva – poco inferiore al 30% – risulta stabile negli ultimi anni.
ELEVATA INCIDENZA DI OPERAZIONI SOSPETTE A CROTONE
Ma, considerando il dato per provincia normalizzato sulla popolazione, oltre a Roma, Milano e Napoli, «si osserva un’elevata incidenza di segnalazioni per numero di abitanti per Crotone (oltre 220 Sos ogni 100.000 abitanti) nonché per le province di Reggio Calabria, Caserta, Prato, Imperia, Brescia e Trieste, con oltre 100 SOS ogni 100.000 abitanti», ha detto Serrata ai commissari.
Crotone rispunta anche in testa alla graduatoria delle Sos che riguardano soggetti segnalati diversi dalle persone fisiche (Npf). «La distribuzione territoriale sulla base della sede legale pone in risalto le province di Prato (oltre 400 Sos ogni 100.000 abitanti), Crotone e Rimini (circa 300). Si conferma, anche in questo caso, un’elevata concentrazione di segnalazioni nelle province di Milano, Napoli e Roma». rileva Serrata.
Che le imprese segnalate siano contigue ai clan emerge, tra l’altro, anche dal fatto che in base alle informazioni fornite dalla Dia, nel quinquennio 2019-2023 circa la metà delle proposte di misure di prevenzione patrimoniale, per un valore di quasi 560 milioni di beni sequestrati, hanno utilizzato le segnalazioni e le analisi finanziarie disseminate dalla Uif. «Queste ultime – precisa Seata – hanno contribuito allo sviluppo di 225 procedimenti penali delle Dda».
FONDI PNRR NEL MIRINO
Le segnalazioni analizzate lo scorso anno dalla Uif hanno confermato l’interesse delle consorterie mafiose ad approfittare delle situazioni di crisi e delle conseguenti misure di supporto pubblico all’economia. «Numerosi sono i casi di indebita percezione e distorto utilizzo di finanziamenti con garanzia pubblica, di bonus edilizi e, da ultimo, di finanziamenti e agevolazioni a valere su risorse del Pnrr».
In particolare, è emersa la presenza di «fitte reti di imprese contigue a organizzazioni criminali che hanno avanzato richieste di accesso ad agevolazioni pubbliche, anche in ambito Pnrr, i cui proventi sono poi stati in parte impiegati in triangolazioni con intermediari siti in altri Paesi comunitari per essere destinati in Cina. Un fenomeno, quest’ultimo, che riguarda molto da vicino la Campania.
CORRUZIONE E FONDI NERI
Ma anche la corruzione è uno dei mezzi attraverso il quale la criminalità organizzata si infiltra nel mondo politico e amministrativo, condizionandone le scelte. «È stata riscontrata una correlazione tra ipotesi di elusione/evasione fiscale e utilizzo di fondi neri per finalità di corruzione, soprattutto in occasione di illeciti perpetrati nell’ambito di gare di appalto, controlli fiscali e pratiche urbanistiche».
Ecco perché la Uif continuerà ad impegnarsi attivamente per «innalzare la sensibilità complessiva del sistema di prevenzione antiriciclaggio nei confronti della criminalità organizzata».
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