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Parte della droga sequestrata durante l'operazione Aspromonte Emiliano

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Si dissocia uno degli imputati originario di Cutro coinvolti nell’inchiesta “Aspromonte Emiliano”, le prime rivelazioni della gola profonda del narcotraffico


CUTRO – Cominciano a sgretolarsi le saldature criminali tra ‘ndrangheta del Crotonese e di San Luca. C’è già una gola profonda, si chiama Giovanni Generoso. È un trentenne di origini cutresi nato a Guastalla, nel Reggiano, che si dice “pentito”, tira in ballo un “notaio russo” e si dissocia dall’organizzazione criminale dedita al narcotraffico internazionale sgominata un anno fa dalla Dda di Bologna con l’operazione “Aspromonte Emiliano”.

Al pm Antimafia Roberto Ceroni, Generoso ha detto di essere stato coinvolto nei traffici dal compaesano Francesco Silipo e di aver deciso di «tirarsi fuori» quando si è reso conto che la regia era di un personaggio del calibro criminale di Giuseppe Romeo, l’ex superlatitante di San Luca considerato a capo dell’organizzazione transnazionale e soprannominato “il narco dei tre continenti”. Generoso, che non riveste lo status di collaboratore di giustizia ma in seguito alle dichiarazioni accusatorie e autoaccusatorie rese è passato dal carcere ai domiciliari, nel corso di un interrogatorio ha ammesso di aver commesso reati insieme ai cutresi Francesco Procopio e Francesco Silipo e al melissese Gennaro Lonetti.

Dietro la regia di Romeo, i crotonesi emigrati sarebbero stati tra i corrieri più attivi nell’ambito della presunta holding della droga di matrice calabro-emiliana stroncata con una quarantina di arresti e che avrebbe gestito traffici di oltre mille chili di cocaina, centinaia di chili di hashish, decine di chili di marijuana per un giro di affari di svariati milioni di euro.

IL “NARCO” DEI TRE CONTINENTI

Per capire dove erano arrivati i rampolli del narcotraffico, bisogna ripercorrere il curriculum del boss arrestato in Spagna. Figlio di Antonio “Centocapelli”, capo del clan Romeo “Staccu” fino al suo arresto nel 1997 e alla successiva condanna a 30 anni, Giuseppe Romeo è ritenuto uno dei principali broker della droga degli ultimi anni. Cresciuto con una venerazione per i cartelli del narcotraffico e in particolare dei Los Zetas, noti anche per le decapitazioni e gli attacchi con bombe ad atri narcos e allo stesso esercito messicano, contro i quali, tuttavia, un commando di suoi uomini si sarebbe addirittura scontrato in una sparatoria in strada in Nord Europa, Romeo avrebbe iniziato la sua carriera criminale a soli 16 anni.

A 22 anni già trafficava in droga. Nel 2016 avrebbe iniziato la scalata internazionale facendo parte della “Banda del Belgio” insieme ai fratelli Domenico e Filippo. I tre avrebbero operato anche in Olanda dove avrebbero ricevuto le spedizioni dal Sudamerica. Condannato a 20 anni, Romeo si rese irreperibile fuggendo a Barcellona. Da lì avrebbe gestito carichi di centinaia di chili di cocaina al mese, forte dell’alleanza coi narcos e di appoggi nei principali porti europei. Notevole la sua capacità di organizzare trasporti di stupefacenti su container dalla Colombia, dal Brasile, dal Perù passando per la Costa d’Avorio o Rotterdam.

ASPROMONTE EMILIANO, LA “GOLA PROFONDA” E I VIAGGI DELLA DROGA

Dell’arresto di Romeo, Generoso seppe da Silipo al suo rientro da un viaggio in Spagna. Da quel momento Generoso ha voluto uscire dal giro, in cui sarebbe stato attirato nel dicembre 2020 proprio da Silipo, che gli aveva chiesto di fare da staffetta e gli avrebbe consegnato un telefonino criptato SKYECC. Il fratello di Francesco Silipo venne ucciso a Gualtieri in un’autofficina dal suo ex datore di lavoro, Dante Sestito (poi condannato a 26 anni). Fu in quella fase che Generoso si avvicinò al compaesano, dal quale seppe alcuni dettagli sui viaggi della droga in Spagna. Ad una delle trasferte avrebbe preso parte anche Ottavio Sirto. Questi avrebbe raccontato a Generoso che l’acquisto di una casa che lo stesso Sirto doveva intestarsi avvenne «tramite un notaio russo».

I RUOLI DEI CROTONESI E LA CONSEGNA ALL’INFILTRATO

Lonetti viene indicato da Generoso come il «braccio destro» di Romeo, Procopio come il suo autista che, insieme allo stesso Generoso, fungeva da staffetta. Silipo, in particolare, «ammetteva di non poter uscire dal giro ed essere costretto a lavorare per Romeo anche dopo il suo arresto, a dargli ordini era un suo parente».

Generoso ricorda bene anche una consegna di denaro a quello che poi ha saputo essere un agente sotto copertura. In particolare, l’undercover riceveva una somma di 260mila euro da Gennaro Lonetti, residente a Gualtieri, altri 290mila da Lonetti e Francesco Silipo, più 300mila da Silipo e Giovanni Generoso.

800MILA EURO NEL GARAGE DEL SUOCERO «A SUA INSAPUTA»

Per conto della rete del narcotraffico, Generoso ha custodito, per un periodo, 800mila euro nel garage del suocero «a sua insaputa». Il compito di Generoso sarebbe stato quello di redigere fittizie bolle di accompagnamento per giustificare gli spostamenti di camion utilizzati per i trasporti di droga. «Le facevo io, con “word”, prendendo da Internet nomi di ditte a loro insaputa».

LA GOLA PROFONDA DI ASPROMONTE EMILIANO RIVELA: STIPENDI E ROLEX

Non è male lo stipendio del “corriere”. Sono 2500 euro per ogni chilo di droga trasportato. Con i soldi della droga, inoltre, sempre secondo Generoso, Francesco Sirto avrebbe comprato i rolex che gli sono stati sequestrati nel corso di una perquisizione. Soldi che avrebbe rubato a Silipo da una partita di oltre 800mila euro.

PROCESSI A BOLOGNA E TRENTO

Generoso è imputato nel procedimento sul narcotraffico in corso a Bologna, dove è iniziata una maxi udienza preliminare, e in quello parallelo di Trento per il riciclaggio. Chissà se avrà altri segreti da svelare.

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