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Il comune di Roccabernarda

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ROCCABERNARDA – Insieme ad Antonio Lonetto, imprenditore che la Dda di Catanzaro ritiene contiguo alla cosca Bagnato grazie al cui appoggio avrebbe ottenuto oltre 100 affidamenti diretti dal Comune di Roccabernarda nel settore dei lavori elettrici e della pubblica illuminazione, è indagato, per turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa, anche l’ex sindaco Vincenzo Pugliese.

Nei confronti di Pugliese i pm Antimafia Domenico Guarascio, Paolo Sirleo e Pasquale Mandolfino non hanno comunque chiesto l’arresto, ritenendo insussistenti le esigenze cautelari nell’ambito dell’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato a tre arresti facendo luce sul monopolio del clan sugli appalti del Comune. Pugliese, che, come già riferito dal Quotidiano, i collaboratori di giustizia indicano come colui che era “a disposizione” della cosca Bagnato in cambio di sostegno elettorale, è indagato, oltre che in qualità di sindaco dal 2007 al 2017, anche nella veste di responsabile dell’ufficio tecnico comunale, del servizio amministrativo e di quello finanziario dell’ente, incarichi rivestiti negli anni precedenti. Sono indagati anche Luigi Piro e Giovanni Iaquinta in qualità di responsabili dell’ufficio tecnico dal 2012 al 2015.

Secondo l’accusa, avrebbero turbato il procedimento amministrativo al fine di condizionare l’aggiudicazione del servizio di manutenzione dell’illuminazione pubblica del territorio comunale non indicendo una gara ad evidenza ma frazionando l’appalto strategicamente in plurime assegnazioni periodiche.

Decisive le dichiarazioni dei pentiti Domenico Iaquinta e Tommaso Rosa, che hanno fornito lumi agli inquirenti sulla cappa mafiosa che gravava sull’amministrazione comunale di Roccabernarda ai tempi in cui sindaco era Pugliese, la cui “soggezione” – il termine è della gip distrettuale Arianna Roccia – si sarebbe manifestata nel favorire per anni la ditta di Lonetto.

«Il Comune era sostanzialmente controllato da Bagnato – ha svelato, in particolare, Iaquinta – che faceva il bello e il cattivo tempo soprattutto nel settore degli appalti pubblici… l’attuale sindaco, Nicola Bilotta (successore di Bilotta, ndr), è una persona perbene, ha fatto un cambio di rotta estromettendo alcune ditte, di recente è intervenuta una delibera che ha estromesso Lonetto, posso dire che Bagnato non tollerava Bilotta anzi lo voleva vedere morto. So che i danneggiamenti al sindaco sono stati commissionati da Bagnato».

Intanto, ieri si sono tenuti gli interrogatori di garanzia per i tre arrestati, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Si tratta dell’imprendtore Antonio Lonetto, difeso dall’avvocato Aldo Truncè, del boss Santo Antonio Bagnato, difeso dall’avvocato Sergio Rotundo, e del Gianfranco Bagnato, difeso dall’avvocato Antonio Ierardi.

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