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CIRO’ MARINA (KR) – Un violento litigio, avvenuto nella notte fra sabato 13 e domenica 14 agosto, è finito in una sparatoria. Dalle indagini è emerso che hanno preso parte al Far West, che si è scatenato in una zona abitata, sita alle spalle del lungomare nord, sei soggetti. Alcuni dei quali con precedenti di polizia e ritenuti vicini alla locale di ‘ndrangheta di Cirò.
Gli autori della sparatoria sono stati identificati e appena arrestati al termine di una brillante operazione, portata a termine dall’Arma dei Carabinieri. Lo ha reso noto il Procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri.
La ricostruzione della sparatoria di Cirò Marina
La cronaca dell’accaduto: nella notte fra il 13 e il 14 agosto, i carabinieri sono accorsi nella zona nord della cittadina, dove il silenzio notturno è stato rotto dall’esplosione di numerosi colpi di pistola e di fucile. Una volta sul posto, i militari hanno constatato il danneggiamento di veicoli e di parti di abitazione. Beni tutti di proprietà di un pensionato, settantottenne, e del figlio, cinquantenne, allevatore, entrambi originari della zona.
Le investigazioni, coordinate dalla Dda, hanno permesso di documentare “gravi indizi nella commissione dei fatti narrati sopra”, mediante l’esame delle immagini delle telecamere dei circuiti di videosorveglianza comunale e privati, supportato dall’escussione a sommarie informazioni testimoniali delle vittime e di numerose persone in grado di riferire sulla vicenda.
Gli arresti per la sparatoria di Cirò anche in provincia di Napoli
Ed ecco che, nella notte fra il 29 agosto e le primissime ore della mattinata di ieri, a Cirò Marina e in provincia di Napoli, i carabinieri dell’Aliquota operativa del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Cirò Marina, coadiuvati da quelli del Nucleo investigativo del dipendente Reparto operativo e da quelli del Comando provinciale partenopeo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda), nei confronti di sei soggetti (due in carcere e quattro agli arresti domiciliari).
Tra loro, come detto, titolari di precedenti di polizia, nonché ritenuti vicini alla locale della ‘ndrangheta di Cirò, indagati a vario titolo dei reati di detenzione abusiva e porto illegale in luogo pubblico di armi clandestine o comuni da sparo, ricettazione, danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, commessi in concorso e con l’aggravante del cosiddetto “metodo mafioso”, prevista dall’articolo 416 bis 1 del codice penale.
Immediatamente condotti in caserma per l’espletamento delle attività di rito, gli arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Catanzaro oppure condotti presso le loro dimore, in regime di detenzione domiciliare e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha emesso la misura cautelare. Fin qui, il contenuto del comunicato stampa, diramato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro- Direzione Distrettuale Antimafia, e a firma del Procuratore Gratteri.
L’incendio al canile di Cirò Marina
Naturalmente, nel comunicato sono riportati i reati commessi dagli arrestati, senza scendere nei particolari. Uno dei particolari è che, a pochi metri dal luogo in cui è avvenuta la sparatoria, c’è un allevamento amatoriale di cani. Ad un certo punto questo allevamento ha preso fuoco e solo l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha evitato ai poveri animali di finire inceneriti.
È, comunque, quella ricostruita dagli investigatori dell’Arma, una pagina di cronaca molto brutta. Le azioni violente “fanno ricordare che c’è la criminalità”, nel caso specifico che la ‘ndrangheta è ancora radicata nel territorio cirotano. La situazione è però sotto controllo, come ha dimostrato ampiamente quest’operazione condotta dall’Arma.
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