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Nicolino Grande Aracri

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CUTRO (CROTONE) – Non l’hanno seguito nella scelta di saltare il fosso. Da indiscrezioni che trapelano né la moglie, Giuseppina Mauro, né la figlia Isabella, che si trovano attualmente agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Farmabusiness, avrebbero accettato di sottoporsi al programma di protezione dopo che il super boss Nicolino Grande Aracri ha intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia (LEGGI).

Analoga scelta avrebbero fatto i fratelli in libertà: non sono sottoposti a protezione neppure loro. Quelli detenuti sono Antonio, Ernesto e Francesco, esponenti di spicco della famiglia di ‘ndrangheta con supremazia in mezza Calabria e al Nord, ma sono in tutto undici. Nulla sarebbe cambiato nella loro vita anche se pare che una forma di vigilanza, almeno per i parenti residenti a Cutro, sarebbe stata comunque adottata dagli organi preposti.

La materia è delicatissima ed è di quelle che vengono affrontate anche dal Comitato provinciale per l’ordine pubblico. La presenza dei carabinieri a Cutro in questi giorni in cui è zona rossa è intensa e i passaggi delle forze dell’ordine sono frequenti. Ieri, ma era la normale attività, una pattuglia stazionava all’ingresso nord del paese, all’altezza del bivio per contrada Scarazze, dov’era il quartier generale del mammasantissima.

Cosa significa, dunque, il non rientro dei familiari del boss nel programma di protezione? Nel codice ‘ndranghetistico le dissociazioni dalla scelta dell’”infame”, di colui che, cioè, denunciando ha spezzato la catena dell’omertà e va pertanto cancellato dalla memoria collettiva, se fatte in maniera plateale hanno un significato ben preciso.

Che faranno i familiari di un boss che aveva fondato un crimine autonomo da Reggio, casa madre della ‘ndrangheta, e che aveva costruito un’organizzazione criminale in grado di infiltrare pesantemente uno dei tessuti produttivi più floridi del Paese, quello dell’Emilia Romagna, e le cui articolazioni erano presenti anche in Lombardia e Veneto? Rinnegheranno il Grande Aracri collaboratore di giustizia? Per il momento, quindi, pare non lo abbiano seguito.

CHI È NICOLINO GRANDE ARACRI? IL PROFILO

E che farà un esercito irregolare di circa 500 uomini – stando a una vecchia intercettazione – sparso per l’Italia? Si adegueranno alla svolta del mammasantissima, cercheranno di capire il tenore delle sue dichiarazioni, attenderanno gli sviluppi giudiziari?

L’unica cosa certa, allo stato, è che se la collaborazione di Grande Aracri fosse ritenuta attendibile dagli inquirenti, sarebbe un vero terremoto nella ‘ndrangheta e in una zona grigia fatta di professionisti, imprenditori e politici che con boss e gregari andavano a braccetto e facevano affari, soprattutto al Nord.

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Fabio Grandinetti

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