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Giuseppina Orlando

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Crotone, a un anno dalla brutale aggressione parla la mamma del giovane Davide Ferrerio, dopo le minacce i familiari non torneranno più in città

CROTONE – «Ti faccio fare la stessa fine di tuo fratello». Questa la minaccia ricevuta da Alessandro Ferrerio, fratello di Davide, nel giorno in cui il gup Elvezia Cordasco, nell’aprile scorso, ha condannato a vent’anni e quattro mesi di reclusione, al termine di un’udienza caratterizzata da tensioni in aula e soprattutto fuori dall’aula, il 23enne Nicolò Passalacqua, imputato del tentato omicidio, aggravato dai motivi futili e abietti, del ventenne bolognese ridotto in fin di vita dopo l’aggressione subita nell’agosto di un anno fa a causa di un clamoroso errore di persona.

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LA RIVELAZIONE: MINACCE AI FAMILIARI DI DAVIDE FERRERIO

A un anno esatto da quella tragica sera a svelarlo al Quotidiano è la mamma di Davide, Giuseppina Orlando, viceprocuratrice onoraria a Bologna, originaria di Crotone. «Abbiamo denunciato questo episodio, è stato uno zio dell’imputato, gli è stato consentito di avvicinarsi a noi, i carnefici diventano carnefici due volte».

Il gup aveva anche disposto il rinvio a giudizio nei confronti degli imputati di concorso anomalo nel tentato omicidio che hanno scelto il rito ordinario, ovvero la madre della minorenne alla quale il picchiatore, secondo l’accusa, voleva dimostrare i suoi sentimenti, e che avrebbe organizzato l’incontro con il titolare dell’account Instagram con le false generalità dell’ex fidanzato della ragazza al fine di dare una “lezione” al 32enne Alessandro Curto che chattava con la figlia, e Andrej Gaju, 29enne, l’unico per il quale non è stata applicata una misura cautelare, che avrebbe partecipato alla spedizione punitiva mettendosi anche alla ricerca della persona con cui era stato concordato l’appuntamento. Curto è stato prosciolto, la minorenne ha ottenuto l’affidamento in prova ai Servizi sociali. La mamma di Davide non è soddisfatta dell’iter giudiziario. E ne parla in un’intervista al Quotidiano.

A Crotone non tornerà più…

«Come faccio a tornare in una città che ci ha traditi, una città in cui ho perso Davide e dove continuiamo a subire minacce dopo tutto quello che è successo. Una città in cui tutto mi ricorda quella sera, dove torniamo solo per i processi e in cui io e i miei familiari abbiamo paura di circolare liberamente. Ritengo anche che quello che è successo non abbia fatto bene all’immagine di questa città, i turisti ci penseranno due volte prima di venire qui».

C’è stata una condanna a 20 anni e quattro mesi per tentato omicidio, ma lei non è soddisfatta, invoca l’ergastolo…

«Non posso dirmi soddisfatta, nessuna condanna può lenire un dolore indicibile. Potrei essere soddisfatta se Davide fosse in vita, allora vorrebbe dire che è stata inflitta una pena esemplare. Ma purtroppo i medici mi dicono che Davide non tornerà. All’imputato è stato concesso di accedere al rito abbreviato, ma questo processo avrebbe dovuto celebrarsi dinanzi alla Corte d’Assise».

Un dolore indicibile, tornare alla memoria di un anno fa, a cosa Davide faceva prima che accadesse tutto questo …

«Un dolore indicibile. Un anno fa Davide andava al mare. Siamo una famiglia per bene e non avremmo mai pensato che sarebbe accaduto quello che è accaduto. La normalità di una famiglia per bene è stata violata. Davide aveva tutta la vita davanti, un futuro splendido è stato cancellato così, senza motivo».

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