La croce realizzata con i resti del barcone
2 minuti per la letturaISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – Una croce è stata realizzata con pezzi dell’imbarcazione del tragico sbarco dell’alba di domenica a Steccato di Cutro. Sarà portata nella via crucis che si terrà domani sulla spiaggia dove sono morti i migranti.
A realizzarla l’artista Michele Giglio, che ha raccolto l’invito rivoltogli dal parroco don Francesco Loprete. «Io a Le Castella – dice Giglio sentito telefonicamente – recupero sulla battigia quello che il mare mi dà e realizzazione delle opere con pezzi di legno e quello che trovo.
Don Francesco mi ha chiamato e mi ha detto: “Perché non realizzare una croce con i pezzi dell’imbarcazione dei profughi?” Quindi – continua nel suo racconto l’artista – siamo andati sulla spiaggia di Steccato a recuperare i pezzi della barca e le posso garantire che non è stata una cosa facile da realizzare, perché questo mi ha toccato molto. Non avrei mai voluto realizzare una croce. Sulla spiaggia ho avuto una brutta impressione, e nel raccogliere questi pezzi di legno era come se sentissi le urla di quei disperati».
Quella realizzata da Giglio è «una croce stilizzata con i pezzi che abbiamo trovato lì. Adesso si trova nella parrocchia di Le Castella, ma il parroco vuole portarla domenica alla Via Crucis a Steccato di Cutro».
L’intenzione, dice, è quella di lasciarla su quella spiaggia «per lasciare un segno, affinché nessuno mai si dimentichi di quello che è successo. È un segno per non dimenticare, questa strage di innocenti. Anche loro sono stati inchiodati alla croce come Cristo».
La croce realizzata ha un solo braccio, perché, spiega Giglio, uno è inchiodato, mentre l’altro braccio di Cristo dobbiamo immaginarcelo libero, e lo tende verso di noi, in modo tale da salvarci».
Ribadisce, poi, che ama recuperare cose che il mare restituisce «ma non mi sarei mai aspettato che il mare, non avrei mai voluto che mi donasse questo il 26 di febbraio».
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