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CIRÒ’ MARINA (CROTONE) – Il Concours Mondial di Bruxelles si è svolto a Rende e a Cosenza, mentre i due Comuni cirotani si sono dovuti accontentare della visita-lampo di cinquantatré giornalisti esteri. La visita risale a lunedì: è stato difficile ricostruirla, perché è passata quasi sotto silenzio. Questo è in sintesi quanto è accaduto, dopo la vibrante protesta dei sindaci Ferrari e Paletta per il torto fatto dalla Regione Calabria ai territori in cui si produce il Cirò doc, il vino simbolo della nostra regione, organizzando il concorso enologico internazionale nelle due città cosentine, che hanno tante peculiarità, ma non sono vocate alla viticoltura.

Naturalmente, è sembrato un contentino il dirottamento in loco della stampa estera specializzata per il breve tour, incluso anch’esso nell’ambito del Concours Mondial di Bruxelles, che si è svolto a Rende e a Cosenza, dal 18 al 22 maggio, e del progetto complessivo, denominato “Viaggio alle origini del vino.” La notizia della grande esclusione è riportata sul Quotidiano del 20 febbraio scorso.

Il programma ha previsto l’accoglienza ai 320 giudici, le gare, le pause relax presso il “Parco acquatico Santa Chiara” a Rende, tour in provincia di Cosenza, passeggiate in città, cena di gala, con la postilla che successivamente l’attenzione sarebbe stata focalizzata su quella parte di territorio calabrese, che “non è possibile visitare durante i tours del Concorso, 40 giornalisti svolgeranno tour a Cirò e Reggio per completare il racconto della Calabria enoica.” Il dipartimento agricoltura ha autorizzato una spesa pari a 300 mila euro per realizzare questo programma.

A seguito delle interlocuzioni intercorse tra il dipartimento agricoltura e il dipartimento turismo è maturata la decisione di affidare all’Arsac l’attuazione e la gestione del concorso. L’Arsac ha, per esempio, noleggiato il pullman con conducente per i tour e le attrezzature da cucina per l’organizzazione di banchetti presso il parco acquatico di Rende, su proposta del Rup P.A., Gennaro Convertini. Mercoledì, contattato telefonicamente, Convertini ha messo in risalto che solo all’interno del Palasport di Rende poteva essere attrezzata «un’unica sala per consentire ai 320 giudici di degustare i vini».

Eppure, il Palasport di Cirò Marina ha una capienza di circa 2000 posti a sedere, il PalaMilone di Crotone di 3000. Un’altra sottolineatura di Convertini è che la candidatura per ospitare il concorso era stata avanzata dalla Camera di Commercio di Cosenza. La Calabria- ha concluso- «è uscita bene, il Cirò ne è uscito meglio». Si è riferito all’evento dedicato al vino doc Cirò, sabato, nel Castello Svevo di Cosenza e al seminario sul vitigno gaglioppo e alle degustazioni che hanno avuto come location l’hotel Borgo Saverona, a Cirò Marina. La giornata di lunedì è stata pianificata dal Consorzio per la tutela e la valorizzazione dei vini doc Cirò e Melissa, retto dal presidente Raffaele Librandi.

I giornalisti hanno visitato la Tenuta Rosaneti, di proprietà dell’azienda Librandi, e la Torre Aragonese di Melissa, sede del Gal Kroton, alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo, e solo due zone di produzione del vino doc Cirò, il Vallo e il Fego, dove si distendono le vigne, coltivate con competenza e maestria dai vignaioli cirotani. Ma, proprio durante l’appendice destinata a riparare il danno, stava per scoppiare un altro caso: qualcuno aveva depennato la visita al borgo di Cirò, ch’era prevista dopo l’escursione ai Mercati Saraceni di Cirò Marina.

Ha rimediato l’assessore Gallo, accogliendo la pressante richiesta del sindaco Paletta. Di certo, la Regione Calabria ha introdotto una grande novità, raccontando il vino come espressione di un parco acquatico piuttosto che di un paesaggio vitato.

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Simone Saverio Puccio

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