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CROTONE – Le autorizzazioni ci sono: i rifiuti della Calabria potrebbero presto andare all’estero, anche perché conviene, sotto forma di combustibile solido secondario e la mega discarica di Crotone della Sovreco, società del gruppo Vrenna, potrebbe non essere più l’unica alternativa all’emergenza. Il quadro focalizzato dall’ordinanza della Regione che ha autorizzato la discarica al rialzo nella località Columbra facendo diventare ufficialmente la città di Pitagora la pattumiera della Calabria sta per essere scompaginato grazie al provvedimento dell’Autorità portuale di Gioia Tauro che, nel corso di una conferenza di servizi tenutasi sul finire dello scorso ottobre, ha ritenuto di poter autorizzare, con prescrizioni, l’imbarco del Css.
Ma perché “conviene”? Perché se portare i rifiuti a Crotone costa 356 euro a tonnellata, che pagano gli utenti che corrispondono la Tari, il costo per portare fuori dall’Italia balle di Css, scende a 170 euro comprensivi di trasferta, imbarco e stoccaggio. A monte c’è la richiesta di autorizzazione avanzata alla Regione da tre società calabresi, titolari di impianti per il trattamento meccanico dei rifiuti solidi urbani ubicati a Lamezia Terme, Maida e Cosenza. Le società hanno stipulato un accordo con la crotonese Mg, che si occupa di logistica transfrontaliera di rifiuti e ha contratti in esclusiva, per la durata di cinque anni, con società titolari di termovalorizzatori in Grecia, Portogallo, Turchia, Olanda, Bulgaria, Romania. Mg a sua volta a sua volta ha stipulato una partnership con una holding inglese che ha investito dieci milioni di euro per acquisire gli spazi negli impianti esteri. La trafila burocratica è stata piuttosto complessa, perché la Regione ha trasmesso la pratica al ministero dell’Ambiente che l’ha girata ai ministeri omologhi dei Paesi interessati.
Dopo tutte le autorizzazioni la palla è ripassata alla Regione e quindi all’Autorithy di Gioia Tauro che ha indetto la conferenza di servizi nel corso della quale sono stati incassati i pareri favorevoli dei vari enti interessati. Da quanto è stato possibile apprendere, durante la riunione tenutasi negli uffici di Crotone l’ok è stato caldeggiato con particolare vigore dalla Capitaneria di porto e dall’Agenzia delle Dogane anche perché l’operazione rimetterà l’infrastruttura pitagorica al centro dei traffici internazionali. Si stima una ricaduta occupazionale di 120 addetti nell’area portuale che dovrà essere appositamente attrezzata. Senza dire che i rifiuti della Calabria si appresterebbero a diventare risorse e si favorirà l’economia cosiddetta circolare, in ottemperanza ai dettami della legge 152/2006. Così, mentre un primo ricorso dei comitati locali contro l’ordinanza della Regione, emessa in barba alle proteste del sindaco di Ugo Pugliese che sbattè i pugni alla riunione degli Ato della Calabria, è stato bocciato dal Tar e un altro si appresta ad essere discusso in quanto i cittadini del quartiere Papanice e della vicina Cutro lamentano un pericolo di epidemie connesso alla propagazione di agenti patogeni sviluppati dalla macerazione della monnezza, sta per perfezionarsi una procedura che potrebbe superare il quadro emergenziale in base al quale la Regione ha disposto l’ampliamento dei volumi della discarica di Sovreco fino al 30 giugno 2020 ovvero fino al raggiungimento della volumetria di 120.000 tonnellate di rifiuti conferiti.
Molto dipende dalla capacità delle tre società calabresi di cui sopa nell’organizzare il vettore marittimo e nel preparare i materiali per l’imbarco in base alle prescrizioni dell’Authority, con particolare riferimento all’accertamento di rischi di autoriscaldamento del prodotto nelle stive, ai ridotti tempi di permanenza in banchina, ai controlli radiometrici.
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