Una foto dell'incidente in cui ha perso la vita Giacomo Capalbo
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – «È la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana». Così l’associazione “Basta vittime sulla strada statale 106” commenta l’ennesimo incidente (LEGGI) che ieri è costato la vita a Giacomo Capalbo, 36enne di Crucoli (Kr), che mentre percorreva con la sua moto la Statale 106 all’altezza di Mandatoriccio, nel Cosentino, si è scontrato violentemente con un’auto morendo sul colpo.
«La comunità crucolose – afferma l’associazione – è rimasta letteralmente colpita dalla tragica scomparsa di Giacomo. Un ragazzo sempre disponibile, gentile, molto educato e, quindi, amato e stimato dall’intera comunità che ora è incredula e rassegnata nel dolore. Giacomo è la quarta vittima della strada Statale 106 nel 2020 dopo Thomas Costanzo di 19 anni, deceduto a Borgia (Cz) il 12 gennaio; Salvatore Mario Orlando di 54 anni, deceduto a Bova Marina (Rc) il 18 gennaio; Alessandro Luppino di 15 anni, deceduto a Casignana (Rc). Tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana» ed ha «delle chiare ed evidenti responsabilità politiche».
Il «silenzio e l’indifferenza del Governo nazionale e regionale – prosegue l’associazione –, della classe parlamentare calabrese a Roma, delle amministrazioni locali e provinciali, delle forze sindacali. Tutti, nessuno escluso, coloro i quali rivestono ruoli istituzionali, sono moralmente responsabili dell’olocausto sulla Statale 106».
«Noi – concludono – non dimenticheremo queste vite spezzate sull’asfalto della “strada più pericolosa d’Italia”, non resteremo indifferenti ed in silenzio davanti all’ennesima tragedia sulla “strada della morte”».
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