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CROTONE – Incassano una raffica di no dagli enti locali i progetti avanzati dalle multinazionali che intendono realizzare parchi eolici offshore sulla costa jonica, da Crotone a Monasterace. È emerso da due conferenze di servizi indette dal comandante della Capitaneria di porto di Crotone, il capitano di vascello Vittorio Aloi.

Hanno detto no al progetto della società Minervia Vento srl, con sede a Milano, che ha chiesto la concessione per 40 anni di una superficie complessiva di oltre due milioni e 15mila metri quadrati per l’installazione di un parco eolico nel golfo di Squillace, «indicativamente» nello specchio d’acqua tra Capo Rizzuto e Catanzaro Lido, con una distanza minima dai 12 ai 30 chilometri dalla costa, i sindaci dei Comuni di Botricello, Isola Capo Rizzuto, Cropani, Stalettì, la Provincia di Crotone. Tra gli enti assenti, oltre a numerosi Comuni interessati – alcuni avevano però già deliberato parere sfavorevole – la Soprintendenza archeologica di Catanzaro e Crotone.

Tra i motivi per i quali i Comuni costieri hanno detto no ci sono l’eccessiva vicinanza alla costa (anche all’Area marina protetta Capo Rizzuto) e la genericità del piano di impatto visivo, un documento non corredato da immagini, ma sono state espresse perplessità anche per il capitale sociale di soli 10mila euro e per l’impatto ambientale in antitesi alla vocazione turistica del territorio.

Conferenza di servizi anche sulla richiesta di concessione trentennale di 87.485.054 metri quadrati avanzata da Repower Renewable spa, con sede a Venezia, che prevede l’installazione offshore di 33 aerogeneratori di 15 MW ciascuno per una potenza complessiva totale installata pari a 495 MW ad una distanza minima di circa 61,8 chilometri da Capo Rizzuto, e 74,8 chilometri da Monasterace Marina. Hanno detto no ancora una volta i Comuni di Isola Capo Rizzuto (particolarmente battagliera la sindaca Maria Grazia Vittimberga) e Stalettì e la Provincia di Crotone, il Wwf e il Comune di Crotone che già si era espresso con un documento approvato dalla civica assise.

In particolare, la competenza del Comune di Crotone si radica perché un cavidotto attraverserebbe il Sin, e per questo l’ente guidato dal sindaco Enzo Voce, rappresentato alla Conferenza dall’ingegnere del Comune Sara Balduino e dall’assessore Maria Bruni, ha chiesto una variazione progettuale. Assente anche alla seconda conferenza la Soprintendenza archeologica ma diversi enti non sono riusciti a prendere parte all’incontro in modalità online per problemi tecnici. La società ha peraltro illustrato un piano dell’impatto visivo, in questo caso corredato di immagini con varie colorazioni, sostenendo che le pale saranno più vicine alla Grecia che all’Italia. La Capitaneria di porto di Crotone si è riservata di esprimere i propri pareri ma sarà il ministero dell’Ambiente, in ultima analisi, ad approvare o meno i progetti.

Ma perché proliferano le richieste di impianti eolici galleggianti in questo tratto di mare? Perché a mare c’è una maggiore ventosità e quindi una migliore resa di produttività energetica. Stiamo parlando, del resto, di strutture galleggianti il cui costo di budget si aggira intorno ai dieci milioni di euro e i produttori puntano a ricavare enormi profitti dopo simili investimenti. Ma il tema energetico è tornato alla ribalta dopo la guerra tra Russia e Ucraina e, secondo molti osservatori, green e sostenibile sono una strada obbligata per sfuggire al ricatto del gas di Putin. Il punto è l’individuazione di aree idonee all’installazione degli impianti offshore.

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