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L’impianto nella località San Sago

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TORTORA (COSENZA) – In una provincia in cui il pubblico non riesce, dai tempi dell’amministrazione regionale targata Loiero, a realizzare un impianto di trattamento dei rifiuti, si è accesa una lunga e complessa vicenda burocratica intorno ad un impianto di trattamento di un privato. Siamo a Tortora, Alto Tirreno cosentino, ad un tiro di scoppio dal fiume Noce. Il privato in questione, invece, è la Go.Gi.Fe. Ambiente S.r.l. con sede a Milano. L’azienda si occupa dello smaltimento di rifiuti pericolosi e non, con un limite, individuato dall’autorizzazione regionale di 300 metri cubi al giorno.

Il 27 novembre 2013 l’impianto, però, è stato sottoposto a sequestro preventivo da parte dell’Autorità giudiziaria per una inchiesta portata avanti dalla Procura della Repubblica di Paola che contesta all’azienda una serie di violazioni alle regole e i limiti dettati dall’autorizzazione regionale. Il procedimento penale scaturito da questa inchiesta è ancora in itinere. Il primo grado però si è concluso con l’avvenuta prescrizione dei reati contestati.

A quel punto l’autorità giudiziaria ha dissequestrato l’impianto di Tortora e la ditta ha presentato ll’8 novembre 2016 il nulla osta alla ripresa dell’esercizio dell’attività di smaltimento dei rifiuti. Con nota del 18 novembre 2017, il Dirigente del Settore n. 3 del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, anche a seguito di formale richiesta da parte della Regione Basilicata, ha invitato la Go.Gi.Fe. Ambiente S.r.l. a presentare alla Regione Basilicata istanza di valutazione di incidenza (VINCA) rispetto al SIC Valle del Noce, un sito di interesse comunitario situato a un tiro di scoppio dall’impianto, sia pure in altra regione.

Con una nota successiva, poi, la Regione Calabria diffidava formalmente la ditta alla ripresa delle attività, prima dell’acquisizione del via libera da parte della Regione Basilicata. Evidentemente i dirigenti regionali erano convinti non vi fossero le condizioni per ottenere simile autorizzazione, considerando anche il procedimento penale pendente. E invece non è andata così.

Il 23.04.2021, l’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata, ha espresso parere favorevole alla riapertura dell’impianto, in barba alla tanto decantata transizione ecologica che è uno dei punti cardine del futuro Pnrr. A questo punto per la Regione Calabria si complicano le cose, perché diventa difficile argomentare un diniego all’autorizzazione se la Basilicata ha già dato il suo nulla osta. Ovviamente il Comune di Tortora non ci sta ed ha presentato ricorso al Tar contro la delibera della Regione Basilicata. Preoccupazione, però, esprimono anche altri sindaci del circondario come dimostra la partecipazione di tanti amministratori e associazioni ambientali al consiglio comunale straordinario e urgente voluto dal comune di Tortora il 30 ottobre scorso.

La seduta si è chiusa con una delibera che è una decisa presa di posizione contro la ripresa delle attività di smaltimento rifiuti. Insomma da un lato c’è la burocrazia, dall’altro ci sono i cittadini che non vogliono la riapertura dell’impianto viste le accuse mosse dalla Procura di Paola che contesta alla ditta milanese danni ambientali per diversi milioni di euro.

Il fiume Noce, fra l’altro, attraversa una cospicua fetta dell’alto tirreno cosentino per poi finire nel mare. L’amministrazione comunale di Tortora non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro e chiede piuttosto una presa di posizione da parte della Regione Calabria che ancora non c’è stata. Una storia, questa, da seguire con attenzione in una regione in cui i problemi di smaltimento rifiuti creano crisi cicliche e salatissime per i cittadini.

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Fabio Grandinetti

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