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COSENZA – In Calabria il 75,9% dei medici anestesisti esercita il diritto all’obiezione di coscienza all’esecuzione dell’interruzione di gravidanza (Ivg). Non solo, non più del 53,3% sono le strutture presenti su tutto il territorio dove può essere effettuata. Il 67,6% dei ginecologi in servizio in Calabria è obiettore. A questo va aggiunto il 63,1% del personale non medico. È il dato preoccupante della relazione annuale del ministero della Salute al parlamento sull’attuazione della legge 194 sull’aborto (dati del 2020).

Se si guarda ai numeri su 15 strutture con un reparto di ostetricia e ginecologia in Calabria soltanto in otto si può accedere all’Ivg, in più su tutto il personale presente nella regione in Calabria 71 anestesisti su 105 totali, 63 ginecologi su 83 e 169 operatori non medici su 268 sono obiettori. I dati calabresi sono superiori a quelli nazionali.

Nel 2020, la quota di obiezione di coscienza risulta elevata, specialmente tra i ginecologi: 64,6% rispetto al 67,0% dell’anno precedente. Tra gli anestesisti la percentuale di obiettori è pari a 44,6% (43,5% nel 2019). Ancora inferiore, rispetto ai medici e agli anestesisti, è la percentuale di personale non medico che ha presentato obiezione nel 2020, pari al 36,2% (37,6% nel 2019). I valori restano tuttavia elevati: l’obiezione riguarda 2 ginecologi su 3 e quasi 1 anestesista su 2, con picchi superiori all’80% in alcune regioni.

Secondo la Relazione, nel 2020, la percentuale di ginecologi obiettori su scala nazionale è scesa al 64,6% rispetto al 67% dell’anno precedente. Esistono, tuttavia, ampie differenze regionali.

Nella provincia autonoma di Bolzano esercita il diritto all’obiezione l’84,5% dei ginecologi, in Abruzzo l’83,8%, in Molise l’82,8%, in Sicilia l’81,6%, in Basilicata l’81,4%. I minori tassi di obiezione tra i ginecologi si riscontrano in Valle d’Aosta (25%), nella provincia autonoma di Trento (35,9%) e in Emilia Romagna (45%).

Più basso il tasso di obiezione tra gli anestesisti: nel 2020 è il 44,6% in lieve aumento rispetto al 43,5% del 2019. Anche in questo caso si registrano ampie differenze regionali: si va dal 20% della Valle d’Aosta al 75,9% della Calabria. Tra il personale non medico, l’obiezione si attesta al 36,2% (era al 37,6% nel 2019) con una forbice che va dal 13,3% della Valle d’Aosta al 90% del Molise.

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