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COSENZA – Quasi 2500 ricoveri in meno tra chirurgia oncologica e trapianti in un solo anno su novemila totali da recuperare in Calabria. L’impatto del Covid nel 2020 nella regione è stato drammatico e ha di fatto negato interventi potenzialmente salva vita. I dati sono nel piano di recupero delle liste d’attesa licenziato dalla struttura commissariale ad inizio della settimana.
Numeri che parlano da soli: 656 ricoveri in meno nel 2020 rispetto all’anno precedente per i casi clinici che “potenzialmente possono aggravarsi rapidamente”, 997 in meno in classe B, ovvero i ricoveri a 60 giorni “per i casi clinici che presentano intenso dolore o gravi disfunzioni o grave disabilità ma che non manifestano la tendenza ad aggravarsi rapidamente”, 270 di classe C, ossia “ricovero entro 180 giorni per i casi clinici che presentano minimo dolore e non manifestano tendenza ad aggravarsi e 504 in classe D, vale a dire “ricovero senza attesa massima definita per i casi clinici che non presentano alcun dolore, disfunzione o disabilità”.
Rispetto ai 10.024 ricoveri del 2019 sono 7.597 quelli effettuati nel 2020. Una differenza importante perché racconta di cittadini che, nonostante le patologie oncologiche, non hanno avuto accesso alle cure ospedaliere. I dati nel particolare sono ancora più chiari.
Quasi tutti i principali interventi per tumore maligno hanno il segno meno. Il dato più consistente riguarda il volume di ricoveri per tumore maligno alla colecisti: -41,2%, -23,3% per gli interventi all’ovaio, -19,3% per i casi di tumore maligno all’utero e -5,6% per i casi di tumore alla mammella. E proprio a fronte di questi dati che la Regione indica alle aziende di «programmare prioritariamente il recupero delle liste di attesa di tutti gli interventi relativi a patologie oncologiche e degli interventi legati a patologie maggiori, inclusi nella classe 1».
Un’impresa complessa a distanza di due anni che si muove di pari passo con l’azzeramento degli screening oncologici. Tutte situazioni che portano a diagnosi più tardive e a una minore sopravvivenza complessiva. La soluzione è ricorrere alle prestazioni aggiuntive per il personale medico già in servizio e procedere ad assunzioni a tempo determinato per cercare di arginare il problema. Non c’è dunque una soluzione strutturale in questi chiari di luna.
Sullo stanziamento totale di quindi milioni di euro, 3,585 sono destinati al recupero dei ricoveri ospedalieri. L’offerta prevede un aumento da 60 a 80 euro lordi per dirigenti medici, sanitarie e veterinari, 50 euro lordi l’ora per il restante personale del comparto sanità e procedure straordinarie di assunzione “anche in deroga al vigente contratto nazionale di settore, o attraverso forme di lavoro autonomo – specifica il documento della struttura commissariale – anche di collaborazione coordinata e continuativa”.
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