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Una classe vuota

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CATANZARO – La riapertura delle scuole per il 10 gennaio finisce al centro di una serie di polemiche tra favorevoli e contrari, lasciando ogni decisione in mano ai sindaci, gli unici ancora nelle condizioni di stabilire l’eventuale sospensione delle lezioni.

D’altronde, l’ultimo decreto governativo riduce i termini di intervento a casi specifici, ma nei sindaci c’è preoccupazione come dimostrano anche le parole del presidente della Regione, Roberto Occhiuto: «La didattica a distanza in una regione come la Calabria, che ha carenze digitali e infrastrutturali straordinarie, è sempre e comunque un problema. Mi rendo conto però che aprire la scuola con qualche giorno di ritardo potrebbe essere utile per fare in modo che gli studenti possano stare in classe in modo da evitare in futuro altre chiusure».

Affermazioni che aprono, dunque, all’ipotesi di proseguire con la sospensione delle lezioni in presenza, come dimostrano nella pratica le ordinanze adottate da diversi sindaci calabresi. Da Paola alla Presila Catanzarese, infatti, si moltiplicano i provvedimenti che rinviano l’apertura delle scuole, ma sono molti i primi cittadini che hanno annunciato una riflessione in tal senso. Anche i presidi avevano lanciato un appello al premier Mario Draghi per differire la riapertura in presenza (LEGGI).

Le scuole chiuse in provincia di Cosenza

L’Amministrazione comunale di Paola ha spiegato che emetterà un’ordinanza di chiusura con le lezioni che si svolgeranno in Dad. Lo ha reso noto il sindaco Roberto Perrotta, raggiunto telefonicamente dal Quotidiano del Sud all’esito di un vertice svoltosi stamattina in Municipio, per ottenere informazioni sullo screening gratuito anticovid che sarà eseguito domenica sulla popolazione studentesca. E’ stato infatti raggiunto un accordo con tre laboratori di analisi di Paola, i quali hanno offerto disponibilità per andare incontro all’Amministrazione comunale con prezzi molto ridotti. Nella settimana di chiusura delle scuole verranno intensificate le vaccinazioni ai ragazzi.

A San Giovanni in Fiore il sindaco Rosaria Succurro ha rinviato il ritorno tra i banchi al 17 gennaio, disponendo anche la chiusura di «tutti gli uffici comunali fino a nuova disposizione, ad eccezione del Protocollo, dello Stato civile per le sole dichiarazioni di nascita e di morte, dei Servizi sociali per le situazioni urgenti e indifferibili». Si procederà in Dad fino al prossimo sabato 22 gennaio, per le scuole dell’infanzia, di istruzione primaria e secondaria di primo e secondo grado anche a Crosia

Molte scuole chiuse nel Reggino

Anche Reggio Calabria ha deciso di sospendere l’attività scolastica in presenza fino al 15 gennaio. Intanto, «in virtù della grande preoccupazione destata dall’ampia diffusione dei contagi da Covid19 sul territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ed in considerazione del notevole carico sulle strutture sanitarie del comprensorio, ed in particolare sul Grande Ospedale Metropolitano, il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, ha invitato i sindaci del territorio metropolitano a valutare la chiusura delle scuole cittadine di ogni ordine e grado a tutela della salute di tutti i cittadini metropolitani e la salvaguardia svolta dal personale sanitario delle strutture del nostro territorio». E proprio nel Reggino scuole chiuse a Melito (sino al 12 gennaio), Melicucco, Palmi, Cinquefrondi, Anoia, Gioia Tauro, Melito Porto Salvo, Montebello Jonico, Motta San Giovanni e Rizziconi (quest’ultimo comune sino al 22 gennaio). A Palizzi le scuole resteranno chiuse fino al 23 gennaio.

I rappresentanti del Direttivo dei Sindaci della Piana che si è riunito a Cinquefrondi ha rinviato a sabato la decisione finale sulla chiusura delle scuole per 15 giorni.

Tanti sindaci scelgono la chiusura nel Catanzarese

Iniziative simili in molti altri centri. I sindaci di Sersale, Cerva, Andali, Petronà, Magisano, Taverna, Pentone, Albi, Sorbo San Basile, Fossato Serralta, Marcedusa e Zagarise, tutti comuni del Catanzarese, hanno già reso noto di avere predisposto le ordinanze che consentono di rientrare in classi il prossimo 17 gennaio, salvo ulteriori proroghe. A Sellia Marina l’apertura slitta al 12 gennaio, con un rinvio quindi di due giorni. A Belcastro il sindaco Antonio Torchia ha provveduto a chiudere per tutta la settimana sia le scuole che gli uffici comunali, questi ultimi fino a nuove disposizioni.

A Girifalco «sarà emessa apposita ordinanza di sospensione delle attività didattiche in presenza. Nella settimana in cui le attività didattiche in presenza saranno sospese – ha reso noto il Comune – saranno effettuati test rapidi antigenici agli studenti, ai docenti e al personale Ata. Contestualmente, a seguito di proficue interlocuzioni con Asp e Protezione Civile, si terranno tre giornate di vaccinazioni anti Covid 19 per adulti e bambini». Anche i Comuni di Soverato, Borgia (per due settimane), Caraffa e Davoli hanno deciso di fare slittare l’apertura delle scuole in presenza.

I sindaci si sono detti preoccupati per l’andamento del contagio, preferendo lasciare le lezioni a distanza per consentire una maggiore partecipazione alle iniziative di vaccinazione, mentre in alcuni casi sono stati avviati anche progetti di screening sulla popolazione studentesca o di sanificazione degli istituti scolastici per garantire un rientro in sicurezza. Il sindaco di Sersale, Salvatore Torchia, ha spiegato che l’obiettivo è anche quello di «attenuare il clima di generale e legittima preoccupazione che si respira nelle famiglie per il numero (ad oggi sono 74) dei contagi nella nostra comunità». In tutto il comprensorio presilano, infatti, i casi di positività si stanno moltiplicando giorno dopo giorno.

Nel Lametino scuole chiuse a Martirano Lombardo (fino al 15 gennaio), San Mango d’Aquino (fino al 14), San Pietro a Maida (fino al 17), Curinga (fino al 22), Platania (fino al 17).

Nel Crotonese chiuse in tutti i comuni tranne il capoluogo

Scuole chiuse in tutti i ventisei comuni della provincia tranne che a Crotone dal 10 al 15 gennaio. Questa la decisione presa dai sindaci al termine di una riunione convocata dal presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, con tutti i primi cittadini. La situazione sanitaria causata dalla diffusione dei contagi – 103 casi positivi in più nella giornata del 7 gennaio secondo il bollettino Asp – ha convinto i primi cittadini a sospendere le lezioni in presenza ed attivare la didattica a distanza. Tutti d’accordo tranne il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che ha comunicato all’assemblea di non avere intenzione di firmare alcuna ordinanza di sospensione delle lezioni nonostante a Crotone, secondo il bollettino Asp, i contagi siano 517. 

La posizione di Occhiuto

Dal canto suo, il presidente Occhiuto ha affermato di condividere queste iniziative, aggiungendo di avere «sostenuto anche la posizione di tutti i presidenti di Regione che hanno chiesto al Governo di differire di una decina di giorni l’apertura delle scuole per poter poi aprirle in sicurezza senza nuovi provvedimenti di stop».

«Il Governo ha scelto diversamente – ha sottolineato Occhiuto – decidendo comunque di riaprire gli istituti alla data stabilita. Per quanto mi riguarda, ho fatto l’unica cosa che potevo fare e cioè differire di un paio di giorni l’apertura e questo perché tutte le ordinanze che i presidenti dovessero fare e che avessero come oggetto la chiusura delle scuole, sarebbero facilmente impugnate dopo i decreti di aprile. Quindi i presidenti di Regione non possono intervenire chiudendo le scuole, ma possono farlo i sindaci».

«Non mi sto opponendo alle richieste dei primi cittadini che – ha dichiarato il governatore – sollecitano la mia opinione sull’apertura o chiusura delle scuole, ma questa non è più una competenza dei presidenti delle Regioni. Noi possiamo fare pressioni sul Governo, ma su questo tema le pressioni non hanno sortito alcun effetto».

I presidi calabresi chiedono la chiusura

Si è svolto oggi in Calabria il Consiglio regionale dell’Anp, nell’ambito del quale sono state affrontate le problematiche che le scuole stanno vivendo in questo momento storico particolarmente critico. I presidi hanno evidenziato che «lo scenario rappresentato dalla “quarta ondata” impone che il decisore politico valuti di attuare tempestivamente le seguenti misure di contrasto del contagio, determinanti per la ripresa delle attività didattiche in presenza e in sicurezza: differimento di almeno 15 giorni della ripresa delle lezioni in presenza su tutto il territorio nazionale, prefigurando un arco temporale congruo per incrementare la vaccinazione degli alunni under 12; potenziamento della distribuzione di mascherine Ffp2 a tutti gli alunni e al personale; obbligatorietà dei tamponi per gli esenti; campagna di screening massivo».

(Hanno collaborato Guido Scarpino, Andrea Trapasso e Domenico Galatà) – IN AGGIORNAMENTO

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